Savona. Una partita condotta dall’inizio alla fine, e per alcuni tratti dominata. L‘Italia ha travolto la Spagna per 10 a 5 e ha conquistato il titolo iridato ai campionati mondiali di Gwangju. Otto anni dopo Shanghai, gli azzurri sono nuovamente sul tetto del mondo, per la quarta volta nella storia della pallanuoto maschile.
Il 26 luglio dello scorso anno il Settebello, bronzo olimpico, uscì dalla Picornell di Barcellona arrabbiato e deluso per una semifinale dall’esito beffardo e amaro. La sconfitta 8-7 contro i padroni di casa maturò grazie ad una clamorosa decisione degli arbitri che non convalidarono il pareggio azzurro a otto secondi dalla fine di capitan Figlioli, apparso evidentemente oltre la linea. Oggi la rivincita si è concretizzata sulla ribalta più importante, quella mondiale.
Settebello sul trono mondiale. Padroni e campioni del mondo. Stradominati gli iberici in una partita dove gli avversari sono rimasti a contatto solo fino al 2-2. Poi una sinfonia azzurra fatta di una difesa imperforabile (4 su 13 in inferiorità), Del Lungo che para un rigore a Granados, e due break di tre a zero (5-2, 8-3) che hanno annientato e stordito gli spagnoli incapaci di non rientrare mai nel match.
Dalla piscina Natatorium dell’Oriental Sports Center di Shanghai alla Nambu University Grounds di Gwangju, dal 2011 al 2019. Otto lunghissimi anni con Alessandro Campagna che torna sul tetto del mondo, sul podio mondiale. È il quarto mondiale azzurro dopo Berlino 1978, Roma 1994, Shanghai 2011, il secondo con il coach siracusano, che ne ha vinto uno anche da giocatore nel ’94, tornato alla guida dell’Italia alla vigilia dei mondiali di Roma 2009. È la settima medaglia della storia della squadra azzurra più titolata dello sport italiano. Terza la Croazia, che ha battuto 10-7 l’Ungheria.
La cronaca. Subito in gol. Trenta secondi e dopo l’espulsione di Aicardi al centro, l’extraplayer passa dalle mani di Di Fulvio che scarica a Luongo per l’1-0 da posizione cinque. Un minuto e cinquanta secondi e Perrone pareggia da cinque metri alla prima superiorità iberica concessa per fallo grave di Figari (1-1). Munarriz e Grandos falliscono due extraman e dall’altra parte gli azzurri raddoppiano col Chalo dopo un’azione insistita con l’uomo in più, conclusa magistralmente sotto il sette dall’8 italoargentino. Quarta superiorità spagnola, la difesa scala male, e ancora Perrone trova l’angolo per il pareggio a 1’22” dalla fine (2-2). Il fuoriclasse iberico poi a 20 secondi dal termine innesca l’azione che porta al rigore di Di Fulvio su De Toro. Dai cinque metri spara Barroso ma Del Lungo è magistrale e intuisce il tiro centrale.
Un minuto e mezzo e la bomba di capitan Figlioli a uomini pari rimbomba nella rete spagnola. L’Italia c’è e torna in vantaggio 3-2. Tre minuti sul cronometro, terza espulsione iberica e Dolce mette la firma sulla finale con la bomba del 4-2. Settebello a petto gonfio: Quarta superiorità, palla velocissima e Renzuto Iodice che dai due metri fa 5-2 a metà tempo. Tre reti in quattro minuti, musica maestro. Tre uomini in più falliti per parte (per l’Italia è la prima), poi a un minuto dalla fine la controfuga spagnola si conclude col rigore di Figari su Perrone, che Munarriz realizza per il 3-5. La difesa azzurra stoppa l’ottavo extraman e si vira a più 2.
Terzo tempo ancora gol azzurro in apertura, il secondo a uomini pari di bomber Aicardi. Il cavaliere mascherato di Rio 2016 riceve al centro dal Chalo e compie una rotazione velocissima con il pallone che riappare alle spalle di Lopez Pinedo (6-3). Pallanuoto da fantascienza: Echenique inventa e Dolce (doppietta) realizza da sette metri con l’aiuto del palo (7-3). Mezzo mintuo e Di Fulvio prende controfallo, parte come un centrometrista al centro, doppia finta e rete magistrale per l’8-3 a 3’42” da giocare. “Italia, Italia”, il tifo si alza dalle tribune sul time-out di Martin, che cerca di rinfrescare le idee ai suoi. Secondo fallo grave di Di Fulvio e stavolta Mallarach col mancino infila il 4-8 realizzando la terza superiorità su nove tentativi.
Più 4 a otto minuti dalla gloria. La Spagna non c’è più, l’ultimo tempo è una passerella. Luongo va a segno da posizione defilata; Mallarach accorcia ancora. Bodegas chiude i conti. Durante il time-out già si festeggia. Gli azzurri sono campioni del mondo!
Tra i tredici protagonisti, unico savonese, c’è Matteo Aicardi, già presente nel 2011: Tovo San Giacomo ha già pronta un’altra festa in piazza per celebrare il suo nuovo successo.
Il tabellino:
Spagna-Italia 5-10
(Parziali: 2-2 1-3 1-3 1-2)
Spagna: Lopez Pinedo, Munarriz Egana 1, Granados Ortega, De Toro Dominguez, Cabanas Pegado, Larumbe Gonfaus, Barroso Macarro, Fernandez Miranda, Tahull Compte, Rocha Perrone 2, Mallarach Guell 2, Bustos Sanchez, Lorrio Bejar. All. David Martin Lozano
Italia: Del Lungo, Di Fulvio 1, Luongo 2, Figlioli 1, Di Somma, Velotto, Renzuto Iodice 1, Echenique 1, Figari , Bodegas 1, Aicardi 1, Dolce 2, Nicosia. All. Alessandro Campagna
Arbitri: Margeta (Slo) e Goldenberg (Usa).
Note. Nel quarto tempo, a 1’45”, espulso Di Somma. Uscito per limite di falli Figari a 3’36” del quarto tempo. Superiorità numeriche: Spagna 4 su 14 più 2 rigori segnati di cui 1 fallito, Italia 4 su 6.