Albissola Marina. Poco più di due mesi fa, il 4 maggio, l’Albissola chiudeva ad Alessandria il suo primo campionato in Serie C. Primo e ultimo, visto che, nonostante la salvezza conquistata, non ha effettuato l’iscrizione per la prossima stagione.
Ad ottobre, forse vedremo i biancazzurri ripartire dalla Seconda Categoria. Sempre se la dirigenza riuscirà a dar vita ad una nuova società, dato che i tempi sono stretti.
Nelle Albissole, dopo le varie voci che si sono susseguite nei mesi scorsi, tra le quali la possibile costruzione di uno stadio adatto alla Serie C a Luceto, l’amarezza è tanta.
Ad esprimerla al meglio sono gli ultras Züeni, tifoseria nata sull’onda dell’entusiamo per la scalata dei biancazzurri e che lo scorso anno ha sostenuto la squadra nonostante il campo di casa fosse quello di Chiavari. Oggi hanno emesso un comunicato, firmato Züeni e Vecchi Gradoni.
Queste le loro parole: “La situazione della nostra Albissola ormai è ben chiara e definita a tutti. Per questo rompiamo il silenzio per fare l’appunto su alcune situazioni importanti. Innanzitutto tutte le promesse della famiglia Colla relative allo stadio in loco si sono rivelate estremamente false: se vi era davvero la volontà di farlo il comune di Albisola Superiore era propenso da tempo ad agire, secondo le dovute tempistiche procedurali relative al caso. In assenza di ciò, non è neppure stato trovato un accordo in un’altra piazza in cui giocare anche a medio/lungo termine, dopo un anno di tempo a disposizione“.
“Senza voler parlare di cifre relative ad ogni trattativa, la volontà di portare avanti questa realtà in Serie C non vi è stata. Questa è la spiegazione a tutti i discorsi che sono stati in ballo negli ultimi due mesi. False promesse e un atteggiamento irrispettoso verso una piazza che non ha mai preteso grandi risultati o strutture“.
“Per non finire, dopo la grande bufera per la mancata iscrizione, ci è stato chiesto di aderire alla fusione per riniziare il percorso dall’Eccellenza. Un’idea già malata di suo, ma ancor più in una piazza nella quale non vogliamo nulla con cui aver a che fare, data la situazione completamente contrastante per amicizie e rivalità”.
“Ci ritroviamo ora in una situazione in cui non sappiamo neppure se potremo iscriverci al campionato di Seconda Categoria, poiché fino a prova contraria la famiglia Colla ha l’idea di rimanere qui, ma senza esporre le proprie intenzioni. L’Albissola però non è un giocattolo. L’Albissola è il nostro ideale, il nostro credo. Quella per cui saremmo disposti a tutto e per tutto pur di difenderla. Proprio per questo, a difesa del nome, della dignità e di alcuni valori che abbiamo nel sangue, entriamo in contestazione totale con la società“.
“I tre anni precedenti a questo sono stati fantastici e non potremmo mai sputare in quel piatto. Ma la situazione è completamente cambiata: non sono più gradite nella nostra piazza persone che non rispettano chi davvero ha nel cuore l’Albissola. Ci auspichiamo di ripartire dalla Seconda Categoria ed intraprendere un percorso di ricrescita, ma consci di aver preso decisioni coerenti con la nostra mentalità e di aver salvaguardato la nostra identità. Vai ad Albenga e restaci, Colla vattene!“. E in fondo al testo, una nota: “…u me pàa che scia cunte de musse…”.
Tra le varie testimonianze della delusione che si respira nella cittadina a levante di Savona, particolarmente significativo è un video che gira su Facebook realizzato da un tifoso, nonché padre di un ragazzo che nella stagione appena conclusa ha militato in una delle formazioni albissolesi che hanno preso parte ai campionati nazionali giovanili.
“Un clippino calcistico – dice l’autore del video – dedicato a una persona, come definirla…” e poi, il silenzio, con l’eloquente immagine di una celebre colla.
E, a seguire, un breve riassunto di ciò che è accaduto nei mesi scorsi, attraverso le parole, dette in via ufficiale o meno, del patron dei Ceramisti, delle quali solamente le prime sono state mantenute: “Porto l’Albissola nei professionisti!”.
“Andiamo in Serie B!”, “Costruiremo lo stadio!”, “Comprerò lo Spezia”, “…anzi no… il Livorno”, “…no… l’Albenga”. E per finire, un chiaro messaggio: “L’unica cosa certa è…” “Meritavamo più rispetto!“.