A tutto campo

Loano, minoranze all’attacco: “Siamo considerati fastidiosi, le nostre proposte sempre ignorate”

"Noi non abbiamo mai lasciato nessuna argomento privo di nostre indicazioni"

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Loano. E’ molto violento e a tutto campo l’attacco che i consiglieri di minoranza di Loano Paolo Gervasi, Patrizia Mel e Daniele Oliva (LoaNoi) e Gianni Siccardi e Giulia Tassara (Pd/Da sempre per Loano) sferrano alla maggioranza del sindaco Luigi Pignocca.

“Il giorno dopo dell’evento più importante di Loano (sic!), cioè la Notte Bianca, alcuni cittadini ci hanno interrogato per conoscere a quale scopo alcuni membri dell’amministrazione comunale, con parenti ed amici al seguito hanno assistito al concerto di Edoardo Bennato dal terrazzo di palazzo comunale”.

“Forse non tutti sanno che la maggior espressione di governo cittadino a Loano non è determinata dall’esito del voto popolare ma in funzione della genia dei Doria. Infatti le cariche politiche sembrano calare sulle teste degli assessori più come fatto dinastico che come manifestazione di un consenso democratico, così come non deve stupire che a sua volta a beneficiare degli interessi di corte siano sempre gli amici degli amici, basta scorrere i nomi e troverete i capostipiti sistemati nel palazzo di vetro e i loro figli, coniugi, fratelli e sorelle sistemate in comode e sicure posizioni locali, molto legate direttamente o indirettamente all’entourage comunale. Il partito per costoro è solo una sorta di accredito e nessuna importanza riveste sia che si aderisca ad un cartello di un pregiudicato (per giunta con forte nomea di molestatore di giovani donne), sia che, con un pronto balzo, si decida di aderire ad altro manifesto, peraltro, con un forte contenzioso con lo stato e solito consumare sui prati di Pontida folcloristici riti druici”.

“Anche sul prode avo vi sarebbe molto da dire, ma ci rifacciamo come sufficientemente esaustiva la risposta che il Papa Pio V diede al re di Spagna dopo la battaglia di Lepanto: ‘Il Doria per quanto si intende si sarebbe potuto portar meglio nella giornata, et pare habbia atteso più a conservarsi, che a offendere il nemico’ (tratto dall’articolo della rivista Medioevo di maggio su ‘La Madonna bombardiera’). Ecco tutta questa lunga premessa ci torna utile per riprendere le parole di Papa Pio V che, a distanza di circa cinquecento anni, tornano d’assoluta attualità anche per la città di Loano o meglio dei Doria. Ci troviamo di fronte ad un esecutivo che ha fatto della virtù dell’attendere un caposaldo, lasciando la città priva delle necessarie difese ed assolutamente indisponibile ad un costruttivo confronto”.

“Le minoranze vengono vissute come una fastidioso rito burocratico, da assolvere senza approfondimento alcuno, nei tempi richiamati dal regolamento del consiglio comunale e poca importanza assume il fatto che, appunto adottando una politica di attesa, poche sono le occasioni per mancanza di argomenti, che questa giunta porta all’attenzione dello stesso consiglio comunale. Eppure è sotto gli occhi di tutti che come loanesi non stiamo vivendo un positivo periodo di forma: presenze turistiche in calo; città priva di un Piano Urbanistico Comunale; passeggiata a ponente nuovamente rimandata ad altro esercizio; riqualificazione del centro storico; città sempre meno pulita; l’assenza di un polo aggregante (cinema, teatro, conferenze); strade pedonali ed aperte al transito con gravi problemi di sicurezza; nessun progetto sul verde pubblico; strutture ed impianti comunali lasciati ad un sistematico degrado; oneri urbani di asservimento mai messi a disposizione della popolazione; gestione approssimata dell’associazionismo (amici esclusi)”.

“Tutti elementi che gestiti con una più ampia condivisione potrebbero in parte mitigare le obiettive difficoltà che abbiamo appena raccontato, perché nel Dna della minoranza loanese, è giusto sapere, non abbiamo mai lasciato nessuna argomento privo di nostre indicazioni; sostituendo alla critica una ampia disponibilità sul fare. Purtroppo i muri di gomma innalzati, che usano un caucciù di altissima qualità, ci rimbalzano tutto indietro. Così non solo le nostre interrogazioni sono confinate nei tempi consueti di una qualsiasi trasmissione a quiz, ma anche le mozioni vengono refrigerate in uno stato di limbo assoluto. Perché è evidente in uno stato d’ozio esclusivo parlare di baratto amministrativo, di consigli di quartiere, di consulta dei ragazzi e di un 25 aprile, meno rituale, ma più aperto all’approfondimento con le nuove generazioni, genera un fastidioso prurito tra la testa ed il cuscino e nessuno si permetta di intorpidirne il sonno”.

“Queste righe i gruppi di LoaNoi e del PD/Da sempre per Loano hanno sentito il dovere di diffonderle per meglio chiarire i concetti e gli ‘inutili’ sforzi prodotti che fortunatamente oggi sono ampiamente tutelati dalla diretta streaming; la testimonianza più evidente di quanto raccontato e dell’assoluta impreparazione dei nostri interlocutori. Anticipiamo che ‘democraticamente’ questo strumento (conosciamo benissimo i nostri colleghi di maggioranza), che sin dalle origini della discussione è stato avversato dall’attuale giunta, presto verrà censurato e quindi cassato dalla programmazione per carenza d’ascolto”.

“Ora vogliamo tornare all’incipit del nostro comunicato perché il fatto si rifa certamente ad un peccato veniale, ma assume una certa rilevanza nel momento in cui, autorevoli membri del governo cittadino hanno preso l’abitudine d’invocare sui social la protezione divina (ma una volta non bastava una preghiera sentita per agognare l’intercessione dei santi?) e quindi dovrebbero conoscere a menadito il rispetto per il cittadino, ed ostentare opulenza o protervia con posti ‘riservati’ in una serata gratuita la dice lunga sulla considerazione che costoro hanno per il prossimo. Auspichiamo che qualche santo li ascolti veramente e ridisegni per loro, con tutte le brutture che questo mondo ci costringe ad osservare, un nuovo catechismo facendoli riflettere sul significato dell’umiltà, ma sopratutto gli provochi un profondo ed amaro turbamento interiore che usualmente si chiama vergogna e poi la declinassero come meglio credono”.

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