Alassio. “In riferimento all’inchiesta sui rifiuti dell’autunno scorso, in data odierna ho appreso con soddisfazione dal mio legale, avvocato Franco Vazio, che è caduta anche la grave accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità che mi vedeva coinvolto insieme al consigliere comunale Paola Cassarino”.
Parola di Rocco Invernizzi, coinvolto nell’inchiesta rifiuti che aveva generato un autentico terremoto nel Comune alassino.
“La richiesta di archiviazione avanzata da parte dei Pubblici Ministeri Venturi e Bolla è stata accolta dal GIP nei giorni scorsi: ero certo che il mio interrogatorio e gli ulteriori elementi successivamente acquisiti sarebbero stati decisivi all’accertamento della verità e così in effetti è stato”, ha proseguito Invernizzi.
“A suo tempo, appena venuto a conoscenza dell’inchiesta in corso, nel pieno rispetto dell’azione della Magistratura, avevo formalizzato le mie dimissioni dall’incarico di assessore come atto di responsabilità verso la pubblica amministrazione e verso i miei colleghi di maggioranza”.
“Sono sempre stato sereno, perché sapevo di aver costantemente agito solo nell’interesse della Città, seguendo le indicazioni degli uffici competenti, senza esercitare alcuna indebita pressione e senza agevolare alcuno”.
Ma resta ancora da chiarire un’ultima questione afferente l’ipotesi (seppur “meno” grave) di tentativo di abuso in atti d’ufficio.
“Per le stesse ragioni, sicuro della mia estraneità e della mia innocenza, sono assolutamente convinto di poter fornire tutte le spiegazioni e i riscontri necessari per essere prosciolto anche da da questa accusa. Come scrisse Kafka ‘essere accusati è già una condanna’ soprattutto se si sà di essere innocenti”, ha concluso Invernizzi.