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Export e innovazione indicatori positivi dell’economia savonese. Il futuro? Logistica e nuovi investimenti

Presentato il documento di analisi "L’economia della Liguria", a cura della sede genovese della Banca d’Italia

Savona. Una sostanziale stabilità dell’economia ligure e savonese, con una crescita leggermente inferiore rispetto all’area del Nord Ovest, buoni i risultati sul fronte dell’export, mentre anche l’occupazione rimane su livelli stabili: lo sviluppo del settore della logistica legata alla piattaforma Maersk a Vado Ligure e la possibile soluzione di crisi industriali, oltre a nuovi investimenti previsti con l’iter dell’area di crisi complessa rappresentano indicatori importanti e positivi per il futuro del nostro territorio.

E’ questa la fotografia che emerge dall’incontro di oggi che si è svolto presso la Camera di Commercio di Savona nel quale si è svolta la presentazione del documento di analisi “L’economia della Liguria”, a cura della sede genovese della Banca d’Italia.

Altro elemento positivo è la crescita degli investimenti, ma non solo: “E’ emerso un contesto imprenditoriale che punta sempre di più sull’innovazione” ha detto il presidente Luciano Pasquale.

“A crescere è, soprattutto l’occupazione dipendente, a tempo indeterminato, che è aumentata in misura tale da compensare la diminuzione di quella autonoma. A diminuire anche la cassa integrazione che nel 2018 è scesa del 41,8% – sottolinea Marina Avallone, direttore generale della sede di Genova di Bankitalia -. Ad aumentare, però, anche il tasso di disoccupazione, che era il 9,5% nel 2017 e arriva al 9,9% nel 2018 ma “non è un dato necessariamente negativo”.

Sul fronte delle imprese i settori che sono andati bene nel 2018 sono quelli con un ciclo produttivo più lungo, che supera anche l’anno, perché meno interessati dalla diminuzione delle vendite. “Malgrado il miglioramento congiunturale la Liguria continua però a mostrare un ritardo rispetto alla media italiana delle regioni del Nord Ovest nel recupero dalla crisi – sottolinea comunque il documento della Banca d’Italia -. La recessione è stata più intensa a causa della forte flessione della produttività e la la crescita è stata smorzata, fra l’altro dalla scarsa dinamica occupazionale”.

Il rapporto

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