Vado Ligure. “Sbloccare le pratiche per il riconoscimento dei benefici previdenziali ai lavoratori del settore materiale rotabile ferroviario che sono stati esposti all’amianto”. Questa la protesta dei lavoratori Bombardier davanti alla sede Inail di Savona, indetta dalle segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm e dalla Rsu dello stabilimento vadese.
“Chiediamo il rispetto della normativa del 2018 – afferma Bruno Martinazzi della Rsu sindacale -. Abbiamo svolto l’istruttoria e ancora siamo in una situazione di stand by incomprensibile. Ora chiediamo una soluzione rispetto a questo tema, anche perchè altre aziende del settore, come Hitachi ad esempio, hanno già ottenuto i benefici e non si capisce perchè per Bombardier la legge debba essere diversa… Attendiamo risposte dal direttore dell’Inail e dallo stesso Prefetto che sarà presente all’incontro di questa mattina” conclude Martinazzi.
“Piove sul bagnato? Eh pare proprio di sì – rincara il segretario provinciale Fiom Andrea Mandraccia -. Auspichiamo che dopo la protesta di questa mattina la questione dei benefici previdenziali previsti possa essere risolta una volta per tutte, a garanzie dei lavoratori”.
“Tra l’altro siamo a soli due giorni dal decisivo tavolo al Mise sulla vertenza, dal quale ci attendiamo risposte da parte del gruppo in primis, ma anche dei clienti come Trenitalia, con al centro lo sblocco della commessa dei 14 treni per l’alta velocità: da questo punto di vista è indispensabile capire quali potrebbero essere i carichi di lavoro per lo stabilimento di Vado Ligure” aggiunge ancora l’esponente sindacale.
“Resta ancora da capire come sta andando la trattativa per la ricerca del partner industriale, auspiacando che non sia solo un soggetto per vendere la produzione e fare cassa e basta. Inoltre, rimane ancora aperta la vicenda della cessione del ramo di ingegneria, che per noi rimane un passaggio assolutamente sbagliato e pericoloso, che indebolisce ancora di più l’azienda”.
“Credo che siamo arrivati ad un momento decisivo di questa vertenza, occorre dare risposte e certezze sul futuro del sito vadese altrimenti saremo davvero ad un punto di non ritorno…” conclude Mandraccia.