Alassio. “È una sentenza politica sicuramente. Se davvero avessi rubato 3800 euro alla Regione sarei un c…”. È questo il primo commento a caldo di Marco Melgrati, condannato a 2 anni, 11 mesi e 15 giorni questa mattina a Genova, nell’ambito del processo Spese pazze in Regione, ma già pronto, a detta sua, “a ricorrere al Tar per richiedere la sospensiva, già concessa anche in altri casi analoghi”.
“È stato fatto un gran calderone, – ha proseguito Melgrati, – e non è stato verificato caso per caso. Se non ho capito male la sentenza sono stato condannato in qualità di capogruppo, ma so di aver agito bene nel rispetto della legalità e soprattutto di quella che era la legge vigente in allora in Regione”.
“So di essere una persona onesta e continuerò ad esserlo. Credo che questa sentenza possa essere ribaltata in appello o in cassazione: sono sentenze che si possono controvertite. Verità e giustizia emergeranno. L’assoluzione sarebbe stata una sentenza coraggiosa in controcorrente anche rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi. So che sono stato condannato, credo, per 3800, se io avessi pensato di poterli rubare alla Regione sarei stato veramente un c…”.
“Faremo ricorso al Tar per la sospensiva, in alcuni casi è stata già concessa in altre regioni. Qui il dolo non è mai stato dimostrato. Le bottiglie che regalavo sono andate a figure istituzionali e anche a rappresentanti delle forze dell’ordine. Ovvero a persone che se lo avessero ritenuto reato avrebbero dovuto denunciarla. Sono andate anche ai giornalisti alcune. Ma nessuno ha mai denunciato nulla”.
“Ero sereno prima di entrare in aula, uno dei pochi che stamattina ha voluto essere presente alla lettura della sentenza. Presente e a testa alta, anche dopo la sentenza. Sono sempre stato onesto, l’onestà è nel mio Dna. E lo dimostrerò nei diversi gradi di giudizio, nelle opportune sedi, innanzitutto presentando ricorso al Tar. Poi farò richiesta di congelamento del provvedimento”.
“Si è in attesa dell’ennesimo pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità della Legge Severino per quanto attiene la sospensione dalle cariche pubbliche negli Enti Locali con condanne non definitive. Questa sera (30 maggio), nel rispetto delle disposizioni di legge, non prenderò parte al consiglio comunale. Sarò comunque presente per rispondere a qualsiasi domanda o chiarimento”, ha concluso Melgrati.
E sulla sentenza è intervenuto anche il legale di Melgrati, Franco Vazio: “La sentenze di primo grado dovrà essere letta con grande attenzione. Sono persuaso che le forme che sono state utilizzate siano corrette. Credo che non si sia raggiunta la prova sul dolo e che ci siano altre procedure non del tutto corrette amministrative per quanto riguarda Melgrati. Ovviamente saremo pronti a impugnarla e vedremo nel prossimo processo. Per il momento è il sindaco di Alassio, verrà poi sospeso con la procedura della Prefettura”.
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