Querelle

Rifiuti, a Varazze scoppia il caso Sat: Bozzano prima blocca le quote destinate ad Alassio, poi rinuncia

Immediata retromarcia dell'amministrazione varazzina dopo un vertice a tre con il sindaco di Vado Ligure

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Alassio/Varazze/Vado Ligure. A quattro giorni dal voto scoppia il caso Sat a Varazze. Casus belli la decisione del sindaco Alessandro Bozzano prima di esercitare un diritto di prelazione per l’acquisto delle oltre 30 mila azioni della Sat di Vado Ligure (già “promesse” al Comune di Alassio) e poi di rinunciare a quello stesso diritto. E così, tra date che non collimano e inesattezze formali, il gruppo di Vola Varazze punta il dito contro il primo cittadino uscente e due provvedimenti contrastanti presi a pochissimi giorni dalla scadenza del mandato.

Urge una premessa. Il 3 aprile il consiglio comunale di Alassio ha stabilito di bloccare l’attuale gestione privata dei rifiuti (affidata fino al mese di luglio 2019 ad Alassio Ambiente) e di puntare sul servizio “in house” con l’acquisizione di quote dell’azienda con sede a Vado Ligure. La decisione è stata poi riportata alla Sat, che il 17 aprile ha comunicato ai propri soci l’intenzione del Comune di Vado Ligure, socio di maggioranza, di “procedere all’alienazione di 33.500 azioni (pari a 49.615 euro, prezzo per azione pari a 1,49 euro) al Comune di Alassio”.

Come previsto dallo statuto, però, il consiglio di gestione ha offerto il predetto pacchetto azionario in prelazione agli altri soci (tra cui il Comune di Varazze) chiedendo, per celerità di procedura, “di manifestare esplicitamente l’assenza di interesse all’acquisizione di tali quote”. La manifestazione di interesse andava comunicata entro il 18 maggio “per consentire il rispetto dei tempi dettati dallo statuto per il percorso di alienazione delle azioni da parte del Comune di Vado Ligure”.

E veniamo ai fatti. Il 16 maggio il sindaco di Varazze Alessandro Bozzano invia a Sat una lettera per esercitare quel diritto di prelazione: “La giunta della municipalità varazzina, considerata l’ottima performance della società, che ha rafforzato la convinzione che la scelta operata quattro anni fa sia stata l’unica effettivamente percorribile in termini di efficienza del servizio e di efficacia nel ritorno all’utenza, ritiene di dover rafforzare la propria responsabilità e quindi la propria partecipazione nella compagine societaria manifestando pertanto la volontà di esercitare il diritto di prelazione sulle quote disponibili e disponende messe in vendita dal Comune di Vado Ligure ed eventualmente anche successive. Tutto ciò al fine di mantenere l’attuale efficienza della compagine aziendale e nel ritorno del servizio all’utenza”.

Le quote sono quelle destinate ad Alassio, che quindi in questo modo si vedrebbe “scippare” il biglietto di ingresso nella società vadese. Apriti cielo. Secondo i ben informati, Melgrati non avrebbe accolto di buon grado: ne sarebbe scaturito un vero e proprio incidente diplomatico tra i due Comuni alle opposte estremità della provincia di Savona. Una diatriba ripianata ieri con un vertice a tre a cui ha partecipato anche Monica Giuliano, e in seguito al quale Bozzano ha deciso di fare marcia indietro con una nuova lettera in cui, “avendo ottenuto i chiarimenti richiesti” rinuncia al quel diritto di prelazione.

A scoperchiare il vaso è il consigliere uscente Davide Petrini, che ha fatto un accesso agli atti per verificare l’esistenza di quei documenti: “Siamo venuti a conoscenza del fatto che a pochi giorni dalle elezioni il sindaco, a nome della giunta ma senza alcun atto di giunta, ha espresso l’intenzione di esercitare la prelazione per l’acquisizione delle quote Sat, impegnando la futura amministrazione a comprare non solo le quote disponibili ma anche quelle ‘disponende’ in futuro. Ancora più sorprendente è che dopo 5 giorni il sindaco smentisca se stesso affermando tutto il contrario”.

A lasciare perplessi sia il fatto che una decisione di questa portata non sia stata discussa in consiglio comunale (l’ultimo è stato il 26 aprile, quindi 9 giorni dopo la richiesta di Sat) sia alcune discrepanze, non solo nella prima lettera (appunto il fatto che “la giunta […] ritiene” ma non risulti alcuna delibera in tal senso) ma anche nella seconda, che fa riferimento a una “nota del 18 maggio” (ma la prima lettera è del 16) e cita “chiarimenti” evidentemente ottenuti nel vertice con Melgrati e Giuliano ma mai formalmente “richiesti“. Tutte ombre su cui Petrini dice di voler vedere chiaro: “Oltre allo sgomento – tuona – ci chiediamo quale sia stato il ragionamento che ha portato a quest’atto e soprattutto perché il tutto sia stato fatto a pochi giorni dalle elezioni”.

Tutto verte proprio sul fatto che il mandato di Bozzano è in scadenza e queste decisioni sono state prese a pochissimi giorni dal voto. Il primo cittadino varazzino però, interpellato da IVG, ridimensiona l’accaduto: “Il diritto di prelazione scadeva il 18 maggio, quindi bisognava manifestare il proprio interesse in tempo. Avevo qualche timore che l’ingresso in Sat di un Comune grande come Alassio potesse depotenziare il servizio a Varazze e quindi, nel dubbio, abbiamo esercitato quel diritto nonostante mancassero pochi giorni al voto. E’ stata una decisione della giunta, ma appunto senza alcuna delibera: si trattava solo di una manifestazione di interesse che non avrebbe vincolato in alcun modo la nuova amministrazione, ovviamente sarebbe toccato al prossimo sindaco decidere se e come concretizzare”.

“Dopo il vertice con Giuliano e Melgrati, però – prosegue – ho avuto rassicurazioni sul piano industriale e sul fatto che l’attuale partecipazione di Varazze sia sufficiente per garantire un servizio efficiente: a quel punto ho ritenuto di non proseguire più su questa strada. Tempi inopportuni? Ad oggi sono il sindaco ed esercito le funzioni del sindaco: se qualcuno ritiene che questo fosse un atto di straordinaria amministrazione e quindi illegittimo faccia un esposto in Procura“.

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