Drops in the sea

Inizia da Marina di Loano il giro del mondo in barca del medico Massimo Vecchietti: “Porteremo cure e aiuti ai bisognosi” fotogallery

Domenica 26 maggio alle 12 dalla Marina di Loano la partenza della Patchouli II

Loano. Ansia, eccitazione e anche un po’ di nervosismo e di stress per un radar che ha iniziato a fare qualche capriccio (per fortuna risolto). Proprio ora, a pochi giorni dall’inizio del viaggio. E’ in programma per domenica 26 maggio alle 12 dalla Marina di Loano la partenza della Patchouli II, la barca a vela con cui Massimo Vecchietti e la moglie Paola Broggi effettueranno il giro del mondo.

Milanese da anni residente a Loano, Massimo Vecchietti ha prestato servizio come anestesista in tre dei quattro ospedali della provincia di Savona: all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, al Santa Maria di Misericordia di Albenga e al San Paolo di Savona. Inoltre, è stato primario del dipartimento di emergenza dell’Asl2 savonese e per alcuni anni è stato commissario del comitato loanese della Croce Rossa, della quale è tuttora volontario. Sempre per la Cri ha svolto il ruolo di responsabile scientifico a livello regionale.

Ora, dopo una vita dedicata alla sanità, inizia un altro genere di viaggio. Un viaggio, sogno di ogni velista, che farà toccare loro i proverbiali sette mari (o quasi) e che, contemporaneamente, ha anche un valore umanitario: ad ogni tappa, infatti, il medico e la sua compagna offriranno assistenza medica alle popolazioni e alle persone che incontreranno.

“Io e mia moglie siamo marinai da tantissimi anni – spiega Vecchietti – la passione per il mare ci ha portato a organizzare questo viaggio, che è davvero il sogno di ogni velista. Ma non abbiamo dimenticato la nostra estrazione sanitaria: così abbiamo deciso di dare vita ad un Ente del Terzo Settore chiamato ‘Drops in the sea’ che si propone di portare aiuti sanitari e di altro genere alle persone che incontreremo lungo il percorso del nostro viaggio. Ovviamente ‘Drops in the sea’ non si propone di risolvere strategicamente problemi enormi, ma è sempre meglio fare qualcosa che non farlo”.

Drops in the sea, il viaggio di Patchouli II

Massimo e Paola stanno organizzando il viaggio da alcuni anni: “Eravamo pronti a partire già nel 2006/2007. Nel 2010 un terribile evento meteorologico ha colpito il porto greco in cui avevamo ormeggiato la nostra barca, che è letteralmente caduta dall’invaso in cui si trovava. Così abbiamo dovuto ricominciare da capo. Ma ora ci siamo: siamo agli ultimi preparativi, dobbiamo cominciare a caricare un po’ di vettovaglie e poi siamo pronti ad andare. Domenica, dopo una festicciola che la Marina di Loano ha voluto organizzare per noi, alzeremo le vele e ci dirigeremo verso ovest”.

L’itinerario è già stato stabilito da tempo: prima un migliaio di chilometri nel Mar Mediterraneo fino a Gibilterra, poi via verso le Canarie e Capo Verde. Poi l’attraversamento dell’oceano Atlantico fino ai Caraibi, all’isola di Saint Martin. Poi dirigeranno la prua verso il sud America, Tobago, le Antille Olandesi, la Colombia, il canale di Panama, l’oceano Pacifico (nel 2021) verso l’Australia e infine l’oceano Indiano(nel 2024/2025). E poi il ritorno a casa. Un viaggio di cinque anni nel quale non mancheranno alcuni ritorni a casa “temporanei e piuttosto brevi” per rivedere la famiglia e mettere a punto la barca.

“Navigheremo a latitudini standard, sotto al tropico, e troveremo condizioni tipicamente estive e venti costanti – spiega Vecchietti – Dovremo arrivare a Gibilterra entro qualche mese, percorrendo un tragitto di poco più di un migliaio di miglia che è pari a quello che di solito percorriamo in una settimana andando in Grecia. Navigando sottocosta avremo la possibilità di adeguare i programmi in base al meteo; quando saremo in mezzo all’oceano, invece, dovremo procedere in qualunque condizione. Per quanto riguarda l’oceano il meteo è tendenzialmente più affidabile: non essendoci un’orografia terrestre a modificare le condizioni, è più facile capire e stabilire correttamente l’evolversi della situazione”.

E lungo il viaggio, come detto, verrà data assistenza a chi ne avrà bisogno: “Ci occuperemo principalmente degli eventi più acuti, cercando di dare una mano nelle situazioni più urgenti. E ovviamente aiuteremo i passeggeri delle altre barche che dovessero avere bisogno di aiuto. Abbiamo già preso contatto con un’associazione italo-capoverdiana e porteremo assistenza alle popolazioni bisognose di Capo Verde. Poi nel giro di qualche mese saremo nella parte nord dei Caraibi, dove sono ancora molto visibili i segni lasciati dall’ultimo uragano. Cercheremo di tenerci lontani dalle zone più ‘turistiche’ dove la ricostruzione è già iniziata”.

Drops in the sea, il viaggio di Patchouli II

Anche per questo motivo, la Patchouli II è stata attrezzata di tutto punto: “Abbiamo un elettrocardiogramma, defibrillatore e perfino l’attrezzatura per piccoli interventi odontoiatrici. Senza contare, ovviamente, una bella scorta di medicinali per i quali avevamo chiesto il supporto dell’Ordine dei Medici della provincia di Savona: purtroppo, nonostante l’impegno del presidente, il riscontro non è stato quello che ci aspettavamo. Per fortuna i colleghi di Loano Salute ci hanno dato una mano. Così come ci hanno dato una grossa mano gli amici della Croce Rossa di Loano e della Croce Rossa nazionale, di Marina di Loano e del Comune oltre che della Regione Liguria”.

E poi non mancano ovviamente i pezzi di ricambio per la barca: “La barca ha un nuovo motore, un sistema di comunicazione satellitare, pannelli solari, un generatore eolico ed un idro-generatore e un desalinizzatore in grado di produrre cento litri di acqua potabile (e anche sterilizzata) in un’ora. Chi naviga deve essere un po’ idraulico, un po’ meccanico e un po’ elettricista per far fronte ad ogni difficoltà”.

Che potrebbe arrivare in ogni momento. E’ per questo che Massimo e Paola “come tutti coloro che navigano” hanno “timore e rispetto del mare”.

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