Savona. Non solo Piaggio e Bombardier, ma richieste precise sull’iter dell’area di crisi complessa e la filiera delle rinfuse: i sindacati confederali savonesi, Cgil, Cisl e Uil, hanno consegnato un dossier di 14 pagine al Ministro Luigi Di Maio nel corso della sua visita nel savonese, con riferimento alle situazioni di crisi industriale.
Sull’area di crisi complessa: “Si ritiene fondamentale passare alla fase operativa dei contenuti dell’Accordo di Programma ad oltre 1 anno dalla sua stipula e soprattutto velocizzare l’iter della procedura per permettere l’avvio degli investimenti”.
“Seganliamo due importanti criticità: la mancanza o comunque l’inadeguatezza delle comunicazioni rispetto all’evolversi dell’iter della procedura; la lentezza dell’iter decisionale per la concessione delle agevolazioni. Per quanto riguarda il mancato coinvolgimento nella gestione delle informazioni, tale mancanza inibisce alle Parti Sociali locali la possibilità di indirizzare e coordinare un modello di sviluppo coerente con le potenzialità del territorio (l’ultimo incontro ufficiale con i rappresentati di Invitalia risale all’8 maggio 2018 presso la Regione Liguria). Non si hanno notizie, né tempestive né a medio termine, rispetto alla valutazione delle richieste, alle eventuali esclusioni nonché alle motivazioni di quest’ultime. In questo modo è impossibile provare ad individuare, per tempo, eventuali soluzioni alternative, anche di carattere locale, che non facciano desistere eventuali investitori e non blocchino piani di reindustrializzazione. La lentezza dei processi decisionali sulla concessione dei finanziamenti della L. 181/89 rischia, anch’essa, di allontanare nuovi soggetti industriali seriamente interessati ad investire sul territorio”.
“In attesa della valutazione conclusiva delle credenziali per l’accesso ai finanziamenti, infatti, i 15 progetti di investimento sono quasi tutti rimasti fermi: alcuni perché esclusivamente subordinati alle agevolazioni altri perché, parzialmente, rimodulabili sulla base della concessione o meno delle stesse. Il blocco di importanti progetti come quelli ammessi all’istruttoria non solo ha impatti negativi su nuova potenziale occupazione ma sta determinando un graduale disinteressamento verso il territorio da parte, non solo dei grandi investitori ma anche di piccole e medie aziende interessate ad insediarsi in un territorio in fase di rilancio”.
“Il ritardo complessivo dell’iter sta, inoltre, rallentando l’approvazione e la pubblicazione dei bandi regionali che, come a suo tempo concordato a livello locale, sarebbero dovuti risultare complementari a quello nazionale e coerenti con il modello di sviluppo locale ovvero rischia di inficiarne l’efficacia”.

Ecco le richieste dei sindacati: “La velocizzazione dell’iter autorizzativo avviato per il territorio savonese al fine di non disperdere le occasioni di nuovi investimenti sul territorio; la semplificazione dell’iter legato alle Aree di Crisi Industriali Complesse che, nella formulazione attuale, rischiano non solo di risultare inefficaci ma addirittura di rallentare o bloccare processi di riqualificazione e di rilancio produttivo dei territori; l’’introduzione immediata di un modello di comunicazione permanente tra livello nazionale, regionale e locale che permetta il monitoraggio dello stato di avanzamento del percorso e l’eventuale tempestiva adozione di possibili azioni correttive anche di carattere locale; l’aumento, in considerazione degli interessi manifestati e della potenziale dinamicità del territorio che, per fortuna, registra interessamenti ed investimenti anche slegati dalla procedura di Area di Crisi Industriale Complessa, dell’aumento delle risorse nazionali previste dal bando; la rapida determinazione delle condizioni per l’avvio dei bandi regionali a sostegno degli investimenti inferiore a 1,5 mln; l’individuazione, nell’ambito delle attività di politica attiva della Regione Liguria, del bacino dei lavoratori (così come previsto dalla normativa nazionale e di cui si attende la definizione da parte della Regione Liguria dal oltre 2 anni) espulsi dal mercato del lavoro, utile per ottenere parte delle agevolazioni a fronte di processi di ricollocazione; la programmazione, il finanziamento e la realizzazione di percorsi formativi finalizzati alla ricollocazione dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro nelle aziende interessate da processi di nuovo insediamento ovvero di ampliamento sul territorio”.
“A fronte del perdurare di crisi aziendali, da una parte, e del persistere di manifestazioni di interesse rispetto ad un territorio con potenzialità nel medio e lungo periodo, si rende necessario adottare, quanto prima, interventi che favoriscano la conclusione dell’iter dell’Area di Crisi Industriale Complessa nonché l’avviamento di tutte le azioni locali a sostegno dello sviluppo territoriale”.
Tra le preoccupazioni sollevate dai sindacati confederali la situazione della filiera delle rinfuse, l’ultima, ma solo in ordine di tempo, delle crisi industriali che hanno attanagliato il savonese in questi anni difficili: “Si tratta dell’ultima grande crisi industriale in ordine di tempo che rischia di innescarsi nella Provincia di Savona a seguito della sospensione di contributi statali alla Società Funivie S.p.a. che rischia di pregiudicare la continuità operativa ed occupazionale della stessa e delle altre due aziende direttamente collegate TAFS (Terminal Alti Fondali Savona s.r.l.) e Italiana Coke s.r.l. con un impatto occupazionale complessivo di oltre 400 lavoratori”.
“Funivie e TAFS, oggi, lavorano principalmente per Italiana Coke garantendo a quest’ultima l’approvvigionamento del carbone dal porto di Savona allo stabilimento di Cairo Montenotte attraverso l’attività di scarico della materia prima dalle navi ed il trasporto della stessa mediante gli impianti della Funivia Savona-San Giuseppe”.
“La situazione determinatasi principalmente per inadempienze da parte dell’azienda Italiana Coke che oggi si trova in concordato preventivo, rischia di pregiudicare un’intera filiera che ha tutt’oggi mercato e che produce coke utile alle fonderie ed alle acciaierie (ad es. per Arcerolmittal Italia). Proprio in questi giorni è stato attivato, a fronte della denuncia del sindacato territoriale, un tavolo di crisi presso la Regione Liguria che si riunirà il 28 maggio prossimo finalizzato ad affrontare la vertenza prima che assuma carattere di irrimediabilità” concludono i sindacati.