Indagini in corso

Donne annegate nel Letimbro, il guado che attraversavano era abusivo fotogallery

E' la prima certezza emersa dall'inchiesta per omicidio colposo contro ignoti: le indagini proseguono per capire che lo aveva realizzato

Savona. Il guado dal quale Maria Clemence Tenorio, 60 anni, e Ana Luisa Perez Munoz, di 38, sono cadute nel Letimbro e poi sono annegate, era abusivo. E’ il primo punto fermo dell’inchiesta per omicidio colposo aperta a carico di ignoti dal sostituto procuratore Claudio Martini. Gli accertamenti investigativi effettuati finora hanno appunto chiarito che quella “passerella” di cemento sul torrente, costruita nella zona di Castel Sant’Agata, non doveva essere lì perché nessuno ne ha mai autorizzato la costruzione.

A questo punto le indagini stanno cercando di risalire alla persona che ha realizzato l’illecito edilizio. Nel frattempo non è stato possibile stabilire con certezza di chi sia la competenza su quel tratto di Letimbro: finora tra Regione, Provincia, Comune e Demanio c’è stato un rimpallo di responsabilità. Toccherà quindi agli inquirenti adesso mettere in ordine tutti i tasselli di questo intricato puzzle cercando di capire, in primis, chi ha costruito il guado e poi chi aveva la responsabilità di controllare quel tratto di torrente.

Secondo quanto ricostruito, nell’attraversare il guado per tornare a casa, le due amiche, entrambi di nazionalità ecuadoriana, sono scivolate oppure non si sono accorte di aver messo un piede fuori dalla passerella (che era sormontata da circa 30 centimetri d’acqua) e a quel punto sono finite nel torrente. Una volta cadute in acqua non non hanno avuto scampo e sono scomparse senza che il compagno di Ana Luisa Perez Munoz, un cinquantenne savonese, Gino Lucia, potesse fare nulla per salvarle.

L’allarme era stato immediato, ma nonostante l’impegno dei soccorritori (vigili del fuoco, volontari della protezione civile, soccorso alpino, squadre della Croce Rossa, polizia, carabinieri e polizia locale) le due donne erano risultate disperse per moltissime ore. I corpi, purtroppo ormai senza vita, di entrambe sono stati trovati mercoledì pomeriggio: uno era all’altezza della cava Germano, l’altro all’altezza di Villa Noli.

L’unico testimone della tragedia è appunto Gino Lucia, che era stato ascoltato a lungo dalla polizia. L’uomo aveva spiegato di essere arrivato all’altezza del guado in auto, insieme alla compagna, Ana Luisa Perez Munoz, e all’amica di lei, per rincasare. Visto che il fiume era ingrossato a causa delle piogge intense, aveva deciso di non attraversarlo in auto, ma di lasciarla lungo la strada per poi raggiungere l’abitazione (al di là del Letimbro) a piedi. A quel punto, mentre lui parcheggiava, le due donne avrebbero iniziato ad attraversare il guado e sarebbero scivolate nel torrente. Quando Lucia era arrivato davanti alla porta di casa aveva trovato tutto chiuso e le luci spente. Allora era tornato indietro giusto in tempo per vedere – così avrebbe riferito agli inquirenti – un braccio che spuntava dall’acqua e poi veniva inghiottito dal fiume. Di lì l’immediata chiamata al 112 che aveva attivato le ricerche.

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