Timori

Crisi del comparto delle rinfuse e della cokeria: Cgil, Cisl e Uil chiedono intervento della Regione

"E' assolutamente necessario che fissi in tempi rapidi un incontro con l'obbiettivo di richiedere ai Ministeri competenti - Mise e MIT- un intervento sollecito"

Italiana Coke
Foto d'archivio

Savona. Crisi del comparto delle rinfuse e della cokeria in provincia di Savona: le segreterie di Cgil, Cisl e Uil ribadisocno alla Regione l’importanza di un incontro urgente ai Ministeri competenti.

“Lo scorso 3 maggio con le categorie sindacali dei settori interessati abbiamo inviato alla Regione Liguria al Presidente Giovanni Toti una richiesta di incontro ‘urgente’ con l’obbiettivo di porre l’attenzione e qui di ricercare le soluzioni alla crisi che sta investendo li tera filiera delle rinfuse e della cokeria presenti nella nostra Provincia, che attualmente interessano oltre6 00 dipendenti nelle tre società, Italiana Coke, Funivie e Terminal Alti Fondali Tasf” spiegano i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil di Savona Andrea Pasa, Claudio Bosio e Giovanni Mazziotta.

“Crisi economico /finanziaria che potrebbe provocare un ulteriore impoverimento del nostro tessuto industriale edinfrastruttirale del nostro territorio, oltre e soprattutto provocare un problema occupazionale che vorrebbe dire il punto di non ritorno del nostro territorio, già drammaticamente colpito da crisi industriali importanti. Abbiamo chiesto alla Regione Liguria – presidente Toti e Assessore Benveduti-di calendarizzare al più presto questo incontro, convocano le amministrazioni comunali interessate – Savona e Cairo Montenotte – la Provincia di Savona, le tre Società, l’Autorità Portuale di Sistema e Confindustria di Savona” precisano dai sindacati.

“Per le drammatiche conseguenze che potrebbe innescare questa situazione è assolutamente necessario che la Regione Liguria fissi in tempi rapidi questo incontro con l’obbiettivo di richiedere ai Ministeri competenti – Mise e MIT- un intervento sollecito a salvaguardia delle tre imprese e degli oltre 600 dipendenti attualmente occupati, anche attraverso l’utilizzo dei contenuti dell’accordo di programma sottoscritto grazie al riconoscimento dello status di area di crisi industriale complessa” concludono Pasa, Bosio e Mazziotta.

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