Tendenze

Con AURA di Vuitton e Dior il Blockchain entra nel mondo della moda

ufficio casa lavoro computer

Definito “digital disruption” rispetto al sistema bancario tradizionale, il blockchain è una tecnologia che, creata negli anni ’90 per perfezionare il funzionamento delle funzioni Hash Merkle Tree utilizzate per rendere sicure determinate tipologie di database, è stata associata all’innovativa cripto valuta Bitcoin di Nakatomo Satoshi nel 2009.

Troppo spesso si pensa che blockchain sia associato solamente alle azioni di acquistare e vendere Bitcoin, o acquistare Ethereum, Dash o quante più criptovalute conosciamo, ma il concetto è senza dubbio molto più complesso. Tra le principali caratteristiche che contribuiscono a rendere unico questo nuovo sistema, troviamo l’uso della crittografia per formare blocchi concatenati che, collegati tra di loro da chiavi immodificabili, impossibilitano per la prima volta la duplicazione delle informazioni. Inoltre, essendo una banca di dati costruita su una rete P2P che funziona in completa indipendenza rispetto a un server centrale, il blockchain si converte in un sistema pubblico e inviolabile dai singoli utenti, che possono tracciare in ogni momento e in totale trasparenza qualsiasi transazione effettuata all’interno dei singoli blocchi che ne costituiscono i nuclei fondamentali.

Le applicazioni di questa tecnologia sono pressoché infinite, potendo potenzialmente  essere utilizzata, per esempio, non solo nel campo della finanza e delle cripto valute, ma anche per la redazione di registri pubblici o come sistema di gestione degli scambi monetari, come proposto nel mese di dicembre 2017 dalla Borsa di Sidney. Proprio in questo contesto, risalta l’iniziativa del conglomerato francese LVMH che, costituito da oltre 60 brand di lusso nel campo della moda – tra i quali spiccano Louis Vuitton, Christian Dior, Bulgari e Sephora, solo per citarne alcuni – ha annunciato il lancio della propria blockchain autorizzata Ethereum prima della prossima estate, in collaborazione con Microsoft Azure e lo studio di progettazione ConsenSys.

AURA – questo è il nome della neonata – si ispirerà alla struttura della blockchain Quorum di Ethereum, valuta virtuale che, creata da J.P. Morgan, poneva un’enfasi particolare sull’importanza di garantire la riservatezza dei dati dei suoi utenti. Anche se non saranno rilasciate ulteriori dichiarazioni prima del lancio ufficiale previsto per i mesi di maggio e giugno, AURA permetterà di garantire il tracciamento dei beni di lusso – dal luogo di origine delle materie prime utilizzate per la produzione sino al momento della vendita –, fornire una prova di autenticità degli stessi e, in un secondo momento, proteggere la proprietà intellettuale creativa e pubblicare gli eventi e le offerte esclusive dei marchi facenti parte del conglomerato, oltre che difendere gli acquirenti da possibili frodi pubblicitarie.

Nello specifico, la scelta di Ethereum come modello non è casuale, considerando che il suo blockchain ha proposto l‘adozione dello standard ERC721, che definisce le modalità di manipolazione dei token non fungibili, caratterizzati dalle proprietà di non sostituibilità, unicità, indivisibilità e ID univoco dei prodotti rappresentati sulla piattaforma digitale. A differenza della versione ERC20, alla quale viene spesso attribuito un valore simile a quello monetario, l’ERC721 viene utilizzato con lo scopo di rappresentare un oggetto unico appartenente a una collezione. Il suo più famoso esempio sono i Cryptokitties, gattini virtuali corrispondenti ai token ERC721 e scambiabili tra gli utenti grazie alle funzioni rese disponibili da un’interfaccia specifica. Sono proprio le caratteristiche intrinseche di questi token a avere attirato l’attenzione del gruppo LVMH, consapevole del loro enorme potenziale dal punto di vista economico. Basti pensare per esempio che, introducendo questo sistema, il cliente sarà in grado di seguire l’intero percorso produttivo di un nuovo gadget ma, anche, individuare i proprietari che lo hanno prima posseduto e in seguito venduto.

Inoltre, per rendere ancora più disponibili i suoi servizi e prodotti e facilitare l’ingresso di collaboratori e concorrenti nel conglomerato, LVMH permetterà il white labeling, principio secondo il quale le società perdono il diritto d’autore sulle loro produzioni permettendone il rebranding da parte di altre aziende, così da farle apparire come se fossero state realizzate da loro stesse. In più, i consumatori non accederanno ai prodotti attraverso un’applicazione mobile esclusivamente dedicata ad AURA, ma servendosi di singole app che riportano il nome delle singole società. Sempre per semplificare le operazioni dei concorrenti, inoltre, LMVH ha deciso di concedere la totalità delle sue proprietà intellettuali a un ente esterno, così da creare relazioni di potere egualitarie tra i suoi “soci”.

La nascita di AURA di Louis Vuitton e Christian Dior, quindi, non si rivela solo una notizia emozionante per gli appassionati di finanza ed alta moda, ma anche l’ennesima dimostrazione delle infinite potenzialità della tecnologia blockchain, sempre più in grado di facilitare qualsiasi nostra azione quotidiana – dal tracciamento di un bene di lusso desiderato fino al difesa della nostra privacy al momento dell’acquisto e la garanzia di autenticità del prodotto scelto.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.