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Viticoltura ligure, la terra delle eccellenze locali protagonista a Vinitaly 2019

E' portata avanti su 2 mila ettari, dove si producono ben 8 Doc e 4 Igt

vino

Liguria. Dalle terre rosse del ponente a quelle più sabbiose del levante: sono queste le caratteristiche della terra ligure che unite alla mitezza del clima costituiscono un habitat favorevole alla produzione vitivinicola, portata avanti su 2 mila ettari, dove si producono ben 8 Doc e 4 Igt. È quanto afferma Coldiretti Liguria, in occasione della prima mostra delle terre italiane del vino organizzata da Coldiretti alla 53^edizione di Vinitaly (Verona), con un’inedita maxi esposizione a “Casa Coldiretti”, per far conoscere i terreni dai diversi colori, origini e consistenze provenienti da tutta la Penisola, da cui nascono i 405 vini Doc e Docg italiani.

E tra queste non poteva mancare di certo la Liguria, dove la viticoltura è un elemento cardine dell’economia locale, condotta in maniera eroica su superfici che possono raggiungere pendenze anche del 90%, un ostacolo aggirato dai tipici terrazzamenti, che possono trovarsi in collina, vicino al mare o nell’entroterra. Osservando l’arco ligure, che si sviluppa tra i fiumi Roja e Magra, si evidenzia che la riviera di Ponente è formata da terre rosse di origine marnoso-calcaree con residui organici, mentre verso l’entroterra diventano terre brune; quella di Levante presenta, invece terreni argillosi-calcarei misti a sabbia, più tenaci e profondi. Nelle Cinque Terre, dove la viticoltura è portata avanti dai cosiddetti angeli pazzi, i terreni coltivati a vite sono per lo più sabbiosi e permeabili, dove la composizione è molto varia, in quanto deriva dalla degradazione di rocce diverse tra loro, sia sotto il profilo strutturale che geologico. È in questi terreni che si coltivano vitigni sia a bacca bianca sia rossa, che vanno da quelli dove si producono vini più secchi quali il Vermentino a quelli freschi, aciduli, con note minerali del Pigato e della Lumassina, fino a quelli più delicati come la Bianchetta genovese, arrivando poi ai rossi fruttati quali il Rossese, Ormeasco e il Ciliegiolo.

“Clima, terreni, patrimonio varietale – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – rappresentano il mix inimitabile e vincente del patrimonio vitivinicolo della nostra regionale, dove il contrasto mare-monti è in grado di determinare ventilazione, mitezza e luminosità preziose per la coltivazione della vite. È qui, che in un ristretto lembo di terra si producono eccellenze conosciute in tutto il mondo che hanno fatto diventare la viticoltura locale un settore cardine dell’economia regionale, settore che sta vivendo un momento di grande dinamicità, grazie alla tenacia dei nostri produttori e alla riconosciuta qualità dei vini, che gli ha permesso di uscire dai confini nazionali.​​ Quella della viticoltura è una tradizione con origini antichissime portata avanti con determinazione, rispetto e voglia di innovare dalle nuove generazioni presenti, che con il loro lavoro permettono di presidiare un territorio non tra i più facili d’Italia ma dalle grandissime eccellenze”.

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