In consiglio regionale

Niente contributi regionali alle strutture ricettive che hanno ospitato i migranti: scontro sulla proposta di legge della Lega

Il provvedimento è stato approvato dalla maggioranza, ma ha scatenato una bufera tra i consiglieri di minoranza che lo definiscono "discriminatorio", "razzista" e "anticostituzionale"

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Regione. I contributi regionali alle piccole e medie imprese del settore alberghiero saranno accessibili solo se il ricavato o il fatturato dell’attività ricettiva degli ultimi tre anni deriva prevalentemente dall’attività turistica escludendo quindi chi ha ospitato migranti. E’ quanto stabilisce la proposta di legge approvata questa mattina in Regione, che va ad integrare il testo approvato nel 2008 su questo tema, con 16 voti a favore e 11 contrari. Una decisione che ha scatenato un acceso dibattito tra la maggioranza e la minoranza in consiglio comunale.

Se i consiglieri del centrodestra (la proposta è stata presentata da Alessandro Piana, Stefania Pucciarelli, Alessandro Puggioni, Giovanni de Paoli, Franco Senarega e Vittorio Mazza della Lega Nord Liguria-Salvini e da Andrea Costa Liguria Popolare) hanno infatti accolto il provvedimento con soddisfazione, la reazione delle minoranze, che hanno definito l’integrazione alla legge “discriminatoria” e “razzista”, è stata opposta.

“Altro che migranti in hotel. Occorre invece qualificare, promuovere e sviluppare la vocazione turistica della Liguria. Quindi appare giusto non erogare incentivi regionali a chi sostanzialmente trasforma ‘de facto’ la sua attività ricettiva in termini assistenziali, che con il turismo non c’entrano proprio nulla. Ed è opportuno sostenere famiglie e imprese che, tra mille difficoltà e con tanti sacrifici, svolgono realmente attività ricettiva anche nell’interesse comune del territorio e dei liguri” il commento del capogruppo Franco Senarega e del vice Paolo Ardenti che, insieme ai consiglieri leghisti Alessandro Puggioni, Vittorio Mazza e Giovanni De Paoli, si sono dichiarati “soddisfatti” per l’approvazione della nuova legge, passata oggi pomeriggio in consiglio regionale, che ha cambiato i criteri di distribuzione degli incentivi alle strutture ricettive liguri.

“Per contrastare questo fenomeno, favorito dalle passate politiche del centrosinistra – hanno aggiunto Senarega e Ardenti – è stata cambiata, con un’integrazione, la legge regionale del 2008 sugli ‘Incentivi alle piccole e medie imprese per la qualificazione e lo sviluppo dell’offerta turistica’ in modo tale che l’accesso ai contributi regionali sia garantito solo a quelle strutture che hanno svolto e svolgono effettivamente attività turistica. Pertanto, ai fini dell’erogazione dei contributi, d’ora in poi il fatturato delle strutture ricettive dovrà essere caratterizzato, in misura prevalente, dall’attività turistica. In questo modo, ci sarà una maggiore equità nell’impiego delle risorse e nel rapporto tra Regione Liguria e piccole e medie imprese turistico-ricettive, salvaguardando maggiormente le famiglie e gli imprenditori che contribuiscono realmente alla crescita e allo sviluppo della nostra regione. Ringraziamo l’attuale senatore ed ex consigliere regionale Stefania Pucciarelli per avere lavorato in modo determinante e proficuo a questa nuova legge di buon senso” concludono Senarega e Ardenti.

Parole alle quali i consiglieri regionali del Pd ligure Giovanni Lunardon e Luca Garibaldi replicano: “La proposta di legge 32 che esclude dagli incentivi regionali le strutture ricettive (alberghi, b&b, ecc) che negli ultimi anni hanno ospitato migranti è una norma vergognosa e discriminatoria. Un provvedimento razzista e palesemente incostituzionale, che viola le norme sulla concorrenza, le norme comunitarie e nazionali sulle imprese turistiche e la loro ammissione ai bandi ed è in contrasto con gli articoli 2 e 3 della Costituzione, e cioè quello sui doveri di solidarietà politica, economica e sociale e quello sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge”.

“La maggioranza di centrodestra, ancora una volta, propone e vota una norma ideologica che parla alla pancia del suo elettorato più estremista. E lo fa punendo tantissime aziende liguri, già in forte difficoltà, che hanno l’unica colpa di aver rispettato la legge.
Anche questo provvedimento, come molti altri, verrà rispedito al mittente dalla Corte costituzionale, facendo perdere tempo e soldi alle istituzioni. Ma al centrodestra tutto questo non interessa. Come non gli importa, d’altra parte, aiutare realmente il settore ricettivo della Liguria. L’unico obiettivo di questa maggioranza a trazione leghista è spargere odio e alimentare il conflitto sociale”.

Anche Gianni Pastorino, Francesco Battistini (Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria) sono molto critici verso il disegno di legge per “la qualificazione e lo sviluppo dell’offerta turistica”.

“Il testo è concepito per escludere dal sostegno economico regionale quelle strutture ricettive che in passato hanno aderito ai progetti SPRAR per l’accoglienza dei migranti. Sulla questione dei diritti e dell’accoglienza, Toti è ostaggio di Fratelli d’Italia e Lega: oggi appoggia l’approvazione di un provvedimento inopportuno e dannoso, oltreché palesemente discriminatorio. Il testo, infatti, ha finalità punitive: interviene in maniera retroattiva su imprese liguri che, in piena legittimità, hanno svolto una regolare attività di accoglienza riconosciuta dal perimetro delle leggi vigenti – dichiarano il capogruppo Gianni Pastorino e il vicecapogruppo Francesco Battistini -. Una proposta contestata anche dalle associazioni di categoria, che hanno sottolineato come la sua applicazione provocherà una distorsione di mercato assolutamente incomprensibile. Gli stessi albergatori che non hanno aderito agli SPRAR si sono dichiarati contrari. Facile previsione: non reggerà all’impatto con le norme costituzionali e comunitarie, analogamente a quanto avvenuto con i ddl sull’urbanistica religiosa e sulla legittima difesa”.

“Indifferente all’errore sotto il profilo della tecnica del diritto, oggi il centrodestra è soltanto interessato a segnare un punto simbolico. Constatiamo che un caposaldo del pensiero liberale, la libertà d’impresa, viene sacrificato sull’altare di posizioni ideologiche pericolose – concludono Pastorino e Battistini -. L’azzardo è evidente e, fin dalle sue premesse, rappresenta un danno ad alcuni operatori economici della nostra comunità. La colpa? Essersi prestati a un’attività remunerata e consentita dalla legge, ma sgradita a una parte politica”.

Critiche sono piovute anche dal Movimento 5 Stelle: “Invece di produrre una legge ‘ad hoc’ propositiva e di rilancio per il settore turistico alberghiero, la Giunta Toti produce l’ennesimo testo di legge ‘shock’, come lo avevamo già definito già dal suo primo passaggio in Commissione. Come si può pensare di approvare un testo che impone di tagliare i finanziamenti regionali alle strutture turistiche liguri che negli ultimi tre anni hanno ospitato migranti, agendo quindi in assoluta buona fede e secondo le normative vigenti? La nuova legge, infatti, interviene con procedura di urgenza in modo retroattivo su statistiche basate indietro nel tempo di tre anni a tutte le strutture che abbiano deciso di aderire a convenzioni volontarie sull’assistenza”.

“La legge, così come è stata formulata, è infatti lesiva per l’intero settore turistico-alberghiero. Si interviene su una legge del 2008 di per sé utile, per trasformarla in un testo vuoto che non aiuta il turismo né risolve il problema dell’assistenza sociale: una proposta ingiustamente punitiva nei confronti di chi ha peraltro contribuito in parte a risolvere un’emergenza” aggiungono i consiglieri pentastellati che proseguono: “Anche dalle audizioni delle associazioni di categoria interessate è arrivato il coro unanime di contrarietà, sottolineando la particolare delicatezza del provvedimento, anche perché viola i principi di libera concorrenza ed è discriminatoria. Le strutture che hanno aderito a progetti Sprar, inoltre, se fossero state sostenute meglio dalla Regione, forse avrebbero continuato a fare solo ricettività turistica, mentre proprio a causa del mancato supporto in alcuni casi hanno dovuto fare scelte per sopravvivere. Il turismo ligure è una risorsa anticrisi: non va strumentalizzata per fini politici ma sostenuta. Messa in questi termini, invece, vediamo solo una proposta traballante, appoggiata in equilibrio instabile su basi esclusivamente propagandistiche, con un baricentro fuori controllo che rischia di precipitare nel baratro dell’incostituzionalità”.

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