Passo indietro

Celle 2019, Luigi Bertoldi si chiama fuori: “sacrificio” per non indebolire chi è contro Zunino

"In questo modo le elezioni diventeranno referendum pro o contro continuità, ma questa è privazione di libertà"

Comune di celle

Celle Ligure. Luigi Bertoldi rinuncia alla candidatura a sindaco di Celle per non frazionare l’elettorato e indebolire il gruppo di chi, in paese, si oppone alla continuità rappresentata da Remo Zunino. Ad annunciarlo è lo stesso ex sindaco, che pur manifestando tutta la sua contrarietà contro una scelta che ritiene una “privazione di libertà” per i suoi concittadini ma che al contempo, spiega, rappresenta una assunzione di responsabilità.

“Ha via via preso forza, nel paese di Celle Ligure, la convinzione di poter dare discontinuità ad un lungo ciclo amministrativo – racconta – Questo fatto si è tradotto, in concomitanza ed in conseguenza di una crescente confusione artificialmente creata, nella richiesta di non frazionare l’elettorato favorevole al cambiamento. Pertanto, pur non ritenendo la seconda lista quale garante di un vero contrasto al pluridecennale potere esistente, io, in accordo con la lista già formata, ho deciso di non iscrivere la nostra candidatura alle elezioni amministrative, riducendo, così, la consultazione elettorale alla sua vera essenza di referendum in favore o contro la continuità”.

Il riferimento è alla lista capitanata da Caterina Mordeglia, su cui ora si concentreranno tutti i voti di chi chiede discontinuità rispetto all’attuale amministrazione. Mordeglia, però, pur essendo stata “bruciata” nella successione da Remo Zunino, è stata il vicesindaco nella giunta uscente: da qui la frase di Bertoldi sul non ritenere la seconda lista “garante di un vero contrasto al potere esistente”.

In ogni caso, la lista “Costituente popolare” non sarà più della partita. “La decisione di non candidarci, purtroppo, spinge in secondo piano la scelta di vere strategie, profondamente innovative, per salvare questo paese da un inarrestabile declino, economico, sociale, culturale, demografico – è il rimpianto di Bertoldi – Limitiamoci a dire un semplice ‘sì’ o ‘no’ alla continuità, possibile con due sole liste. Ma siamo proprio ridotti male”.

“Confido che i nostri elettori ritengano, come noi, che questa scelta sia la ragionevole conseguenza della nostra assunzione di responsabilità e prendano atto della privazione di libertà che tutti i nostri concittadini devono subire” conclude.

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