Lettera al direttore

Lettera

Bombardier: il nodo vero è quello della capacità tecnologica

di Franco Astengo

Bombardier Vado
Foto d'archivio

La notizia di oggi è questa:
“Il gruppo Bombardier ha comunicato alle segreterie territoriali Fiom, Fim e Uilm e alla RSU dello stabilimento di Vado Ligure la volontà di procedere alla cessione della funzione ingegneria propedeutica alla produzione. A tal proposito verrà pertanto aperta una specifica procedura con l’obiettivo di cedere l’attività e i lavoratori occupati (circa 50) a un’azienda che fornisce servizi d’ingegneria.
“Delle condizioni del passaggio dei lavoratori discuteremo nelle sedi opportune ma sin d’ora possiamo dire che giudichiamo questa notizia come molto negativa” affermano i sindacati di categoria. “Già da tempo avevamo detto, infatti, che operazioni di cessione di parte delle attività presenti a Vado, attraversamento quello che giudichiamo essere un vero e proprio spacchettamento, avrebbero incontrato la nostra ostilità. Quest’operazione, infatti, indebolisce ancora di più il sito togliendo un’attività ad alto valore aggiunto come ingegneria secondo una logica che il gruppo ha già sperimentato in altri stabilimenti in Europa con risultati tutt’altro che positivi”.

Ribadiamo per l’ennesima volta: Il nodo vero che riguarda la situazione dell’industria in Provincia di Savona è quello della capacità tecnologica.

Ci è capitato di scriverne: il punto, per tutti gli stabilimenti, è quello di essere in grado di sviluppare una produzione adeguata tecnologicamente per poter competere a tutti i livelli.

Nel caso di Bombardier nello scorso mese di settembre Bombardier Italia aveva annunciato con grande enfasi la costruzione di nuove modernissime motrice. L’annuncio era avvenuto in Germania. Molti avevano scambiato quest’annuncio come automaticamente rivolto a una prospettiva di ampliamento di commesse per lo stabilimento di Vado Ligure.

Chi scrive oggi questa nota si era permesso di avanzare qualche dubbio sulla correlazione tra la messa in produzione di queste nuove modernissime motrici e lo stabilimento di Vado Ligure (questione mancato accordo con Hitachi) facendo notare come sorgesse una domanda immediata: lo stabilimento di Vado è tecnologicamente attrezzato per partecipare alla fabbricazione di questo prodotto?

Perché, lo ripetiamo ancora questo è il punto nodale del possibile mantenimento di una presenza industriale in Provincia di Savona (oltre a Bombardier, naturalmente): quello del livello di capacità di adeguamento e innovazione tecnologica. Vale per Bombardier, Piaggio, Mondomarine, eccetera ed è stato lo scoglio sul quale si sono infrante Ferrania, Acna, Tirreno Power nel corso del tempo. In assenza di un piano industriale ed essendo arenati su Maersk (che naturalmente prevede di fare logistica e non produzione e sta partendo in una situazione di forte deficit infrastrutturale) e su Invitalia nella vicenda dell’area di crisi complessa, della quale non si hanno più da tempo notizie utili.

La cessione all’esterno della funzione d’ingegneria dello stabilimento Bombardier di Vado Ligure rappresenta l’ennesimo segnale di una volontà (neppure troppo celata) di dismissione: si rende la fabbrica dipendente all’esterno per il necessario progressivo incremento di know –how.

Si tratta di un tema che riguarda tutta la Provincia e ci par grave che si continui ad assistere a un tale scempio limitandosi a comunicati e a prese di posizione sdegnate, il più delle volte scoprendo l’acqua calda di situazioni ormai corrose dal tempo, com’è del resto nel caso del documento registrato in epigrafe e che ha fornito l’occasione di queste nostre osservazioni.

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