Alassio. Si è affidato ad una ditta di esperti, la “Gf Ambiente Srl” di Bologna, che studia i sitemi urbani di smaltimento, il Comune di Alassio, a caccia della giusta ricetta per studiare alcune modifiche e per riformulare le tariffe relative alla Tari per l’anno 2019 (materia in discussione questa sera, 28 marzo 2019, del consiglio comunale di Alassio) con l’obiettivo di rientrare nei parametri stabiliti dalla legge.
E gli argomenti che saranno trattati nel corso del parlamentino alassino sono stati anticipati nel pomeriggio, nell’ambito di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte i rappresentanti della ditta bolognese, il sindaco di Alassio Marco Melgrati, l’assessore al Bilancio Patrizia Mordente e all’Ambiente Giacomo Battaglia.
Il primo dato che è emerso, rimarcato anche dal primo cittadino alassino, è che il gettito complessivo della Tari 2019 per il Comune, non comporta aumenti rispetto al 2018, anzi, una lieve diminuzione: 5 milioni e 117mila euro totali (2019) contro 5 milioni e 138mila (2018). Ma, benché il dato finale risulti pressoché identico, a cambiare, in base al metodo utilizzato per il calcolo (accantonata la Tia, che avrebbe portato utenti ancora maggiori), è la suddivisione delle spese per categorie.
Se da una parte, infatti, l’utenza domestica subirà un aumento di poco superiore all’1% (per abitazioni fino a 6 o più componenti familiari) e alcune categorie possono decisamente sorridere (casi simbolo, gli stabilimenti balneari, con un -34,3%, e gli alberghi-residence-case in affitto, con un -1,3%), per altri la strada appare già in salita (stangata per ristoranti e bar, con un +25%, e per le discoteche, con un +39,3 per cento). Novità anche per i cosiddetti negoziati di vicinato (macellerie, pane e pasta, salumi e formaggi, supermercati), con un -6,3%; discorso opposto, invece, per gli ipermercati, con un aumento del 2%.
“In un momento di particolare difficoltà economica veniamo penalizzati con un aumento della tari superiore al 20 per cento. Mi chiedo come sia possibile una forbice così ampia. Se è un adeguamento di legge o si sta sbagliando ora o si è sbagliato in passato”, la posizione di Assoristobar per voce del presidente Carlo Maria Balzola.
“La novità sulla tassa dei rifiuti è che il Comune di Alassio non solo non aumenta il gettito fiscale della Tari, ma difatti la diminuisce di qualche migliaio di euro, – ha spiegato il sindaco Melgrati. – Quindi, i ‘soloni’ (chiaro il riferimento alle dichiarazioni fatte dall’ex assessore Vinai a Ivg.it) che avevano parlato di ‘aumenti del 25 per cento sulla tassa rifiuti’ dicono solo stupidaggini non conoscendo i numeri. È vero che sono state rimodellate le aliquote, ma sulla base di una legge che doveva essere applicata da anni”.
“Tanto è vero che la precedente amministrazione Canepa, nel 2013, aveva approvato una delibera di consiglio con le nuove aliquote, molto più alte di quelle che saranno applicata questa sera in consiglio, perché noi abbiamo cercato di dare il minimo possibile di modulazione alle diverse categorie in base al prodotto di rifiuto consumato e prodotto. Ma questa delibera, siccome si sono accorti che avrebbe scatenato una rivoluzione tra i cittadini, dopo una manciata di settimane è stata riporta in consiglio e annullata, facendo finta che una legge dello Stato non esista: una cosa vergognosa”.
“Purtroppo oggi dobbiamo rimediare agli errori del passato rimodulando le tariffe secondo uno studio fatto da un emerito professore, Giulio Ferrari, uno dei massimi esperti a livello italiano, che ha cercato di fare un discorso che possa essere perequativo per tutti. La cosa importante è che per le civili abitazioni non ci sono aumenti e questo è fondamentale. Ci sono, poi, modulazioni diverse per le aziende commerciali: alcune pagheranno di più altre di meno sulla base del rifiuto prodotto. Non lo stabilisce l’amministrazione, ma la legge”.
“Un paio di anni fa il Comune di Alassio aveva perso un ricorso con gli albergatori: se lasciamo la situazione così com’è si potrebbe, sulla base di un ricorso di chiunque, pensare che si possano applicare le tariffe massime previste dal decreto Ronchi e dal Dpr successivo e quindi ci sarebbe un aggravio di costi per aziende e famiglie. Con questa delibera abbiamo sanato una situazione grave posta in essere dalla precedente amministrazione. Un po’ come le chiavi per i cassonetti nella parte a sud della ferrovia, comprati dalla precedente amministrazione, con un investimento di 25mila euro, e mai utilizzate per non scatenare, anche in questo caso, una rivoluzione”.
“Purtroppo, le categorie di bar e ristoratori saranno quelle maggiormente colpite, ma producono di fatto più rifiuti delle altre. Nella rimodulazione sono state penalizzate. La promessa mia e dell’amministrazione è di intervenire comunque per far sì che, attraverso altri incentivi, venga perequata questa gabella, che devono pagare perché la legge lo prevede. Stiamo studiando sistemi di perequazione per far sì che il costo maggiore che devono affrontare sia sanato con vantaggi diversi”, ha concluso Melgrati.
“Ci siamo trovati nella necessità di legge – ha dichiarato l’assessore al Bilancio, Patrizia Mordente – di rimodulare le tariffe e abbiamo optato per il sistema meno impattante possibile per la cittadinanza. Quello che infatti mi preme sottolineare è la valenza tecnica dell’impianto che andrà in discussione questa sera, e non politica. A tale scopo è stato dato un incarico esterno affinché fosse portata avanti un’analisi dello stato dell’arte e l’applicazione delle norme vigenti nel rispetto della legalità”
“Sono essenzialmente due – ha aggiunto Giulio Ferrari di ‘Gf Ambiente’ – le normative di riferimento per la determinazione delle tariffe: il DPR 158 del 1999 e la Legge 147 del 2013. Anche se il DPR può sembrare un po’ datato, in realtà è quello che fornisce precise indicazioni sulle modalità di calcolo laddove si specifica sostanzialmente che si paga nella misura in cui si inquina o si producono rifiuti. Negli anni sono poi state costruite banche dati con parametri di produzione dei rifiuti in base alle categorie nell’ottica di una tariffa equa, corretta e trasparente. Le categorie individuate sono riconducibili a sei per le utenze domestiche sulla base del numero di persone per nucleo famigliare, e 30 per quelle non domestiche”.
“Alassio presentava un sistema datato e non equo rispetto alla produzione dei rifiuti. Abbiamo avviato un percorso di indagine e razionalizzazione dei rifiuti ricondotto al rapporto tra il coefficiente della categoria e i metri quadri dell’esercizio. Le ricadute sulle utenze domestiche sono pressoché nulle, nell’ordine di 1 Euro all’anno; per altre situazioni si registrano variazioni che conducono a riduzione dei costi, piuttosto che ad aumenti. Se per esempio i bagni marini si sono visti applicare un coefficiente inferiore, sorte differente è incorsa ai bar e ristoranti, per cui, per esempio, i balneari che detengono anche un chiosco pagheranno per i metri quadri di spiaggia l’importo determinato dal coefficiente per i bagni marini, per il chiosco pagheranno per i metri quadri del chiosco stesso, sulla base del coefficiente per bar e ristoranti”, ha concluso.