Savona. Giocatori di football americano trasformati in una “tela”? Sì, se è per sensibilizzare su una buona causa. Succede a Savona, dove i Pirates hanno letteralmente “prestato” i propri corpi per dare vita a “Da Guernica a Lampedusa”: un bodypainting di insieme nato da un’idea di Marzia Pistacchio e Antonella Tagliani e realizzato insieme ad un team di truccatori provenienti da Futura (Simona Ferrari, Nadia Tissone, Paola Isetta, Annamaria Lombardo) e con l’aiuto di Luna Carbone.
La tela sulla quale l’opera è stata realizzata è una tela d’eccezione: Simone Sasso, Yuri Diamanti, Federico Navarra, Franklin Xavier, Matteo Bruno, Davide Leoni, Patrick Bazzano e Carlo Guelfi, giocatori provenienti dai Pirates Savona, squadra di football americano che brilla non solo per spirito sportivo ma anche evidentemente per grande sensibilità.
“Siamo sempre pronti a partecipare a belle iniziative che lancino messaggi importanti – dichiara il vicepresidente e direttore sportivo dei Pirates ‘Gegio’ Meini – Credo oltretutto che sia stata un’esperienza divertente e emozionante per i ragazzi che per qualche ora sono diventati opere d’arte”.
“Noi siamo una squadra molto affiatata – interviene Marzia Pistacchio – come truccatori abbiamo desiderato trovare una tela che rappresentasse la nostra unione e coesione artistica e affettiva. I Pirates sono stati la scelta perfetta”.
In questa storia si parla di guerra e di umanità.
In questa storia si parla di arte e violenza.
In questa storia si parla di squadra e di colore.
In questa storia si parla di bombe, di braccia che si spezzano, di mani che si uniscono.
In questa storia i personaggi non hanno apparentemente un legame logico tra loro: ci sono otto giocatori di football americano, Pablo Picasso, due fotografi, una attrice e ben sette truccatrici.
Strana storia questa.
Una storia nella quale il corpo di otto giovani Pirati diventa un orribile scenario di violenza. Un bombardamento. Una guerra. Guernica. Un mare che inghiotte. Lampedusa.
Questa è una storia in bianco e nero. Così è la morte. Così è la violenza.
E come in tutte le storie c’è una mamma.
E in tutte le storie dovrebbe esserci un bambino. Perchè le storie sono scritte per i bambini. E le mamme sono fatte per i bambini.
Ma non c’è infanzia in questa storia. Non c’è innocenza. Non c’è vita nè umanità.
Strana storia questa. Dove c’è una mamma che un bimbo non lo ha più.