Savona. Ieri è giunta la notizia secondo cui il Gruppo Gambardella avrebbe rinunciato alla realizzazione del porto della Margonara.
Noi verdi e civici crediamo però che non vi siano ancora motivi per gioire poiche’ è sempre in fieri il progetto di spostare il porto turistico nell’area ex funivie a cui affiancare la consueta colata di cemento per spazi abitativi di medio-alto livello e commerciali. A ciò bisognerà aggiungere la privatizzazione (per ora solo delineata) dell’ex miramare e del San Giacomo.
Noi Verdi crediamo che sia compito di tutte le forze democratiche ribadire un netto no al consumo di suolo fissando alcuni principi cardine:
a) le scelte urbanistiche devono essere effettuate nell’ambito del Piano Urbanistico Comunale e poi precisati in eventuali strumenti attuativi sempre di iniziativa pubblica poiche’ deve essere la città a fare le scelte determinanti e non gli eventuali gruppi interessati;
b) l’area portuale deve essere destinata solo ed esclusivamente alle esigenze locali come già oggi e non per favorire eventuali “yachts di alto bordo”,che sfratterebbero la piccola attività locale senza alcun vantaggio per la collettività;
c) obiettivo primario deve essere la conservazione dei valori culturali della zona attraverso un rispettoso riutilizzo e qui voglio ribadire l’idea che,prima di distruggere l’ex complesso delle Funivie,sarebbe importante avviare un confronto con la Sovrintendenza per verificarne l’importanza storica e culturale e valutare se il medesimo possa essere riconvertito in incubatore per attività artistiche e culturali,come avviene spesso in Italia e in Europa oltre alla necessità di recuperare definitivamente ciò che resta di un importante monumento come il San Giacomo ove potrebbe,ad esempio,trovare posto un centro sulla cartografia e la fotografia cittadina di cui vi sono valenti cultori e collezionisti in città.
d) sarebbe poi importante puntare ad una riqualificazione del complesso del Miramare valutandone un totale o parziale uso pubblico attraverso la creazione di strutture di social housing,co-housing o anche di edilizia sociale pubblica.
Sono solo alcune idee,che potrebbero ridare un senso alla nostra città,evitando la privatizzazione degli spazi e soprattutto l’ennesima affermazione della rendita edilizia privata in luogo di scelte collettive,pubbliche e condivise.
Danilo Bruno