Ceriale. Nel 2014 erano stati condannati in primo grado ad un anno di reclusione nell’ambito di un processo per presunte irregolarità nella compilazione del registro presenze di uno dei corsi per il recupero dei punti della patente organizzati nell’Autoscuola Marziano di Ceriale. La sentenza del tribunale di Savona, ieri, è stata completamente ribaltata in corte d’appello dove Domenico Marziano, titolare e docente dell’autoscuola, ed il corsista, Ylli Rruga, albanese, sono stati assolti perché il fatto non sussite sall’accusa di falso in concorso. Inizialmente, per questa vicenda, era finita a giudizio anche la figlia di Domenico Marziano, Rosanna, che però era già stata assolta da ogni accusa nel processo di primo grado.
Il fatto contestato risaliva al 30 maggio del 2011 quando, come accertato dagli agenti della polstrada savonese, intorno alle 20,30, i carabinieri di Sanremo avevano fermato per un controllo stradale l’albanese che si trovava quindi nella città dei Fiori e non a seguire il corso per il recupero dei punti come indicato sul registro. Secondo l’accusa, il documento dell’autoscuola, in corrispondenza del nome di Rruga, riportava la scritta “assente”, ma anche le firme in entrata e in uscita del corsista. Un’incongruenza che era stata rilevata e contestata dalla Procura che, in un primo momento aveva indagato per truffa, contestando poi il reato di “falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” in concorso.
Il difensore dei titolari dell’autoscuola, l’avvocato Marco Ballabio, ha sempre sostenuto che quel tipo di correzione sul registro presenze non potesse essere considerato un falso. Inoltre il difensore aveva anche sottolineato come quella modifica non avrebbe prodotto alcun risultato visto che, anche se il corsista (che era difeso dall’avvocato Fabio Spigarelli) fosse risultato assente quel giorno, avrebbe comunque superato il corso di recupero punti.
“Siamo soddisfatti del fatto che sia emersa l’innocenza dei miei assistiti e, di conseguenza, dell’autoscuola. Siamo sempre stati convinti di poter dimostrare la sua estraneità a quanto gli veniva contestato e la sua assoluta buona fede” ha concluso l’avvocato Ballabio.