Savona. Una Panda, due ragazzi, sette giorni lungo le dune del Marocco alla volta di Marrakech. E’ l’avventura del Panda Raid, che quest’anno vedrà ai nastri di partenza anche due savonesi: il 28enne Michele Minetto, di professione grafico, e il 29enne Davide Baiardi, insegnante di lingue ma anche istruttore di Kendo e appassionato di meccanica.
Il Panda Raid, giunto all’11a edizione, è un raduno amatoriale che si tiene ogni anno a marzo: una prova di resistenza sulla lunga distanza, a bordo proprio di una Panda storica di prima generazione (antecedenti al 2003) o della “gemella” Seat Marbella. Saranno 375 gli equipaggi iscritti al Panda Raid 2019, pronti ad una sfida che mette a dura prova non solo l’utilitaria ma anche le capacità fisiche e mentali delle squadre. Non è una gara di velocità: “E’ una gara di resistenza e regolarità – racconta Michele – la velocità dell’auto è relativa anche dato il terreno e la tipologia di auto. La cosa importante è non perdersi: a tutti gli equipaggi viene dato un roadbook con le indicazioni per effettuare il percorso, indicazioni che devono essere seguite molto accuratamente per poter riuscire ad arrivare in tempi ragionevoli al campo base dell’arrivo. Ogni tappa dura mediamente 8-10 ore, è una gara molto lunga”.
Non conta quindi arrivare prima degli altri o con un tempo inferiore, anche perché già arrivare non è affatto scontato. Secondo il magazine “Quattro Ruote” nella precedente edizione più di 1/4 dei partecipanti non è riuscito a completare la gara; forature, danni meccanici e guasti all’impianto elettrico sono all’ordine del giorno ed il terreno impervio, la sabbia e le alte temperature mettono a dura prova la resistenza degli equipaggi durante il percorso. “In ogni caso l’organizzazione è eccellente – rspiega Michele – al campo base (un piccolo villaggio di tende con tanto di bar, ristorante e sale riunioni) vengono messi a disposizione dei camion-officina con le attrezzature necessarie a sistemare l’auto, che inevitabilmente dopo ogni tappa ha qualche problema. Stiamo comunque parlando di utilitarie di 20-30 anni fa e non proprio adatte al percorso. Logicamente è anche questione di fortuna”.
Davide e Michele viaggeranno su una Panda 900 i.e. 4×2 del 1999, preparata secondo le richieste dell’organizzazione, come protezioni aggiunte sotto il motore e il serbatoio o l’installazione di nuove sospensioni più resistenti. Partenza da Nador alle 7 di mattina del 9 marzo, arrivo a Marrakech il 15 marzo con in mezzo 6 tappe di lunghezza variabile tra i 160 e i 370 km, su terreni differenti e con difficoltà diverse. Il tour si concentra principalmente sul Marocco meridionale, offrendo agli avventurosi partecipanti deserto allo stato puro, spazi aperti e guida su terreni lontani dalle rotte tracciate sulle mappe. L’itinerario toccherà Lago Mohamed V, Bel Frissate, Maadid, Merzouga, Tazoulait e Tansikht. Le tappe hanno una partenza e un arrivo, ma l’itinerario è a discrezione dei singoli equipaggi: tutto ciò che accade “nel mezzo”, quindi, è lasciato all’incertezza e al coraggio dei partecipanti, a ogni chilometro può arrivare l’imprevisto.
Oltre alla sfida data dal viaggio in sé, il Panda Raid è un tuffo nel passato anche dal punto di vista tecnologico: niente WiFi o Gps, per orientarsi i partecipanti hanno a disposizione (oltre al citato roadbook) solo la “vecchia” bussola e una cartina. Un evento unico, quindi, che punta tutto sul romanticismo e l’eterno fascino dell’ignoto. “Andiamo proprio come ‘dilettanti allo sbaraglio’… ne avevamo sentito parlare e presi dall’entusiasmo abbiamo deciso di partecipare. Perché lo facciamo? – rivelano – Perché è un’occasione unica per provare una cosa che noi non abbiamo mai fatto”.