Clima teso

“Dipendenti sotto stress”, la Fisac Cgil di Savona contro Intesa Sanpaolo: “Pronti a mobilitazione”

Il sindacato dopo una raccolta firme tra i lavoratori ha avviato un percorso vertenziale per chiedere un incremento dell'organico, più formazione e meno pressioni commerciali

camera del lavoro savona

Savona. Una raccolta firme alla quale hanno aderito 130 dipendenti (su un totale di circa 200 in tutta la provincia di Savona). E’ il punto di partenza del percorso vertenziale che la segreteria provinciale della Fisac (Federazione Italiana Sindacale Lavoratori Assicurazioni Credito) della Cgil di Savona sta portando avanti nei confronti di banca Intesa Sanpaolo e che, nelle prossime settimane, dovrebbe sfociare in un volantinaggio davanti alle principali filiali dell’istituto bancario del savonese.

“In questo momento le banche sono sotto i riflettori: basti pensare al commissariamento Carige, allo scandalo diamanti e alla forte riduzione di personale e sportelli. Nella loro corsa alla ristrutturazione ed al conseguimento di profitto, per pagare manager e azionisti, a farne le spese sono i lavoratori ed i clienti” spiega Silvia Gagliardo, neo segretario generale della Fisac Cgil provinciale, che aggiunge: “Oltre al citato problema Carige, che ha portato ad un piano industriale che prevede una riduzione del personale pari ad oltre il 25% ed alla chiusura di 530 sportelli, di cui 220 in Liguria, da tempo nella nostra provincia ci troviamo ad affrontare un’ altra situazione critica, in Intesa Sanpaolo. Poiché in questa banca una drastica riduzione di personale senza ricambio è già in corso (l’ultimo piano industriale ha partorito 9.000 esuberi, pari ad oltre il 10%), oggi ne affrontiamo le conseguenze, che comportano inevitabilmente un peggioramento del servizio”.

“A seguito di questa riduzione del personale i dipendenti si trovano a gestire carichi di lavoro eccessivi, esposti ad un rischio di errore esponenziale. Ricordiamo che gli impiegati sono spesso responsabili in solido e anche penalmente, in merito a materie come l’antiriciclaggio o la Mifid (regolamentazione dell’offerta finanziaria a tutela del risparmiatore). Ma non basta: giornalmente i carichi di lavoro sono ancora più appesantiti da pressioni commerciali alla vendita insistenti ed in alcuni casi aggressive, che spesso travalicano quelle che vengono definite dalla banca come priorità nel rapporto con dipendenti e clienti: l’etica professionale e la trasparenza” prosegue il segretario generale della Fisac Cgil di Savona.

Una situazione che, secondo Silvia Gagliardo, ha portato ad un clima di insoddisfazione generale: “I clienti, da parte loro, orfani di un certo tipo di accoglienza che era basata sull’efficienza e la possibilità di avere un referente motivato e comprensivo, oggi si ritrovano spaesati, complice l’avvento della digitalizzazione che obbliga sempre più velocemente a cambiare abitudini. Peccato che l’innovazione digitale, come l’eliminazione delle casse tradizionali e la chiusura di filiali in piccoli paesi, in una realtà come quella del savonese – caratterizzata da una popolazione anziana – porta a diffusi reclami sempre più spesso accompagnati da reazioni anche violente”.

“L’ambiente di lavoro si è quindi andato a deteriorare, favorendo un clima di ansia e agitazione che si manifesta in stress da lavoro correlato (come già certificato da una ricerca dell’Università La Sapienza di Roma commissionata dalla Fisac Cgil nel 2017). Nel momento in cui però si chiede alla banca – tramite segnalazioni fatte dal sindacato – di intervenire per migliorare la situazione, si assiste al contrario a trasferimenti e cambi di mansione repentini, andando a creare disagi ancora maggiori soprattutto per i pendolari e per chi ha carichi di famiglia” aggiunge il neo segretario della Fisac savonese che spiega l’origine del percorso vertenziale contro Intesa Sanpaolo: “Per venire incontro alle richieste di aiuto dei lavoratori, abbiamo avviato a fine 2018 una raccolta firme tra i colleghi che è stata seguita da diverse assemblee nelle quali si è deciso di avviare un percorso di confronto con l’azienda per chiedere un incremento degli organici, corsi di formazione in aula, orari meno dilatati e la censura di comportamenti di certe figure apicali che sono lesivi della dignità di chi ogni giorno si impegna per svolgere al meglio il proprio lavoro”.

Un’azione che, per ora, non ha portato a nessun dialogo coi vertici dell’istituto bancrio: “Ad oggi Intesa Sanpaolo non ha accettato l’apertura di un confronto con i rappresentanti sindacali aziendali e territoriali di Savona ed Imperia, promotori della vicenda. A questo punto ci vediamo costretti ad intraprendere un percorso vertenziale, che potrebbe anche portare alla mobilitazione (come accaduto in passato anche in Unicredit) e che inevitabilmente creerà disagi anche ai clienti, ma ci teniamo a ribadire che pretendere di lavorare nel rispetto delle regole e con maggiore serenità è anche difendere i loro interessi” aggiunge Silvia Gagliardo.

“Per questo motivo, metteremo in campo anche un’azione di volantinaggio alla clientela, per mettere in luce ancora una volta la differenza tra bancario e banchiere, augurandoci che nelle prossime fasi l’azienda cambi passo, per rispettare davvero le dichiarazioni contenute nel tanto decantato ‘codice etico’, e non guardare soltanto al profitto” conclude il segretario generale della Fisac Cgil di Savona.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.