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Cade segreto di stato sui cibi stranieri, Coldiretti: “Grande passo avanti per valorizzazione del Made in Liguria”

Boeri e Rivarossa: "Permette di porre fine all'inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani e che consentirà interventi più tempestivi in caso di allarmi alimentari"

formaggi falsi Coldiretti
Foto d'archivio

Liguria. Storico pronunciamento del Consiglio di Stato che sancisce la caduta del segreto sui cibi stranieri che arrivano in Italia: sarà finalmente possibile conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall’estero.

“Il risultato, fortemente sostenuto dalla Coldiretti, da oggi permetterà l’accesso ai dati dei flussi commerciali del latte e prodotti lattiero caseari oggetto di scambio intracomunitario e provenienti dall’estero, detenuti dal Ministero della Salute e fino ad ora preclusi per ragioni pretestuose, smascherate dall’Autorità giudiziaria. Fino a questo momento una complessa normativa doganale ha impedito l’accessibilità dei dati sulle importazioni, senza significative ragioni legate alla tutela della riservatezza, in una situazione in cui circa un terzo (33 per cento) della produzione totale dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, contiene materie prime straniere all’insaputa dei consumatori ed a danno delle aziende agricole dei territori” spiegano dall’associazione di categoria.

“E’ un grande passo avanti – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – che permette di porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani e che consentirà interventi più tempestivi in caso di allarmi alimentari, i quali, solo nel 2018, sono stati più di uno al giorno per un totale di ben 398 notifiche inviate all’Unione Europea (solo 70 hanno riguardato prodotti con origine nazionale, mentre 194 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea e 134 da Paesi extracomunitari). Questi allarmi turbano non poco il mercato agroalimentare, con il consumatore che perde sempre più fiducia per l’impossibilità di conoscere la provenienza degli alimenti coinvolti. Per tutelare e valorizzare ancora di più il nostro Made in Liguria e il suo mercato sarà quindi di fondamentale importanza estendere questa possibilità a tutti i prodotti che arrivano sulle nostre tavole, in un’ottica di piena trasparenza che permetta di tutelare il consumatore e l’intera filiera locale”.

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