Savona. “Molto importante l’audizione di oggi presso la commissione del Senato, ringraziamo l’onorevole Ripamonti per averla richiesta. Importante perché ci dà modo di riportare all’attenzione un’opportunità che per nostro territorio è fondamentale se si vuole rilanciare l’economia e l’industria, ma che da troppo tempo è immobile in attesa di decisioni politiche da parte del Ministero dello sviluppo economico e della Regione Liguria”. Questo il commento del segretario provinciale della Cgil savonese Andrea Pasa sul passaggio di oggi a Roma.
“Ricordo a tutti che il riconoscimento dello status è i denari di finanziamento pubblico oltre 40 ml di euro esistono solo e soltanto perché cgil Cisl uil di Savona insieme alle lavoratrici e i lavoratori dell’industria Savonese hanno manifestato, scioperato e si sono mobilitati a maggio del 2016. La Regione non era d’accordo a fare la richiesta. Quindi ora non mettiamo tutti e tutto sullo stesso piano. Ci sono organizzazioni che hanno svolto un ruolo propulsivo e decisivo, come appunto cgil Cisl e Uil di Savona e altri – istituzioni regionali e nazionali – che a cose fatte si gonfiano il petto. Ora la Politica ha la responsabilità di portare a casa il risultato, cioè gli investimenti e nuova occupazione. Nell’ultimo anno poco si è fatto, la burocrazia rischia di uccidere quanto di buono si è fatto negli anni precedenti”.
“Il ministero è il governo devono decidere la graduatoria x erogare gli investimenti, la Regione Liguria – praticamente immobile da oltre 1 anno-deve sbloccare l’iter delle politiche attive, della formazione e della riqualificazione e finalmente pubblicare i bandi – oltre 20 ml euro-per le nuove attività produttive x investimenti sotto il 1,5 ml di euro. Siamo fortemente preoccupati che l’immobilismo della politica nazionale (MISE) e della Regione possano fare allontanare parte di quei (16)soggetti che hanno richiesto fondo pubblici per nuove attività o per rafforzare l’esistente”.
“Oggi abbiamo consegnato una “memoria” e spiegato ai componenti della commissione lo stato di avanzamento dell’iter e ciò che rischia il territorio senza una presa di posizione forte della politica. È necessario un forte intervento anche dei comuni interessati dallo strumento – sono 21 in tutta la provincia – e della provincia stessa, devono pretendere dalla politica nazionale e regionale una presa di posizione forte al fine di sbloccare l’iter burocratico e questa desertificazione progettuale istituzionale che ha fatto precipitare il nostro territorio in una crisi occupazionale ed industriale drammatica” conclude Pasa.
Ecco le richieste dei sindacati: la velocizzazione dell’iter autorizzativo avviato per il territorio savonese al fine di non disperdere le occasioni di nuovi investimenti sul territorio; la semplificazione dell’iter legato alle Aree di Crisi Industriali Complesse che, nella formulazione attuale, rischiano non solo di risultare inefficaci ma addirittura di rallentare o bloccare processi di riqualificazione e di rilancio produttivo dei territori; l’’introduzione immediata di un modello di comunicazione permanente tra livello nazionale, regionale e locale che permetta il monitoraggio dello stato di avanzamento del percorso e l’eventuale tempestiva adozione di possibili azioni correttive anche di carattere locale; l’aumento, in considerazione degli interessi manifestati e della potenziale dinamicità del territorio che, per fortuna, registra interessamenti ed investimenti anche slegati dalla procedura di Area di Crisi Industriale Complessa, dell’aumento delle risorse nazionali previste dal bando; la rapida determinazione delle condizioni per l’avvio dei bandi regionali a sostegno degli investimenti inferiore a 1,5 mln; l’individuazione, nell’ambito delle attività di politica attiva della Regione Liguria, del bacino dei lavoratori (così come previsto dalla normativa nazionale e di cui si attende la definizione da parte della Regione Liguria dal oltre 2 anni) espulsi dal mercato del lavoro, utile per ottenere parte delle agevolazioni a fronte di processi di ricollocazione; la programmazione, il finanziamento e la realizzazione di percorsi formativi finalizzati alla ricollocazione dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro nelle aziende interessate da processi di nuovo insediamento ovvero di ampliamento sul territorio.
A fronte del perdurare di crisi aziendali, da una parte, e del persistere di manifestazioni di interesse rispetto ad un territorio con potenzialità nel medio e lungo periodo, si rende necessario adottare, quanto prima, interventi che favoriscano la conclusione dell’iter dell’Area di Crisi Industriale Complessa nonché l’avviamento di tutte le azioni locali a sostegno dello sviluppo territoriale.