Savona. Come da programma, questa mattina, alle 10, l’imprenditore albenganese Andrea Nucera è arrivato a palazzo di giustizia per l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Alessia Ceccardi, ma non ci sono state sorprese: si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere. L’imprenditore ha però depositato un “memoriale molto corposo” – come ha spiegato l’avvocato Carlo Biondi – nel quale ha iniziato “a spiegare la sua posizione” riservandosi poi di essere interrogato dal procuratore Ubaldo Pelosi.
Già nei giorni scorsi era trapelato che quello di oggi sarebbe stato semplicemente un passaggio formale perché, per raccontare la sua verità, l’imprenditore aspetterà appunto la settimana prossima quando sarà ascoltato dal Procuratore Pelosi, il magistrato che ha sempre indagato sul fallimento dell’impero dell’ex re del mattone. Per questo oggi, la strategia difensiva è stata quella di fare scena muta.
“E’ tornato, come ho già detto, perché vuole difendersi. Vuole chiarire la sua posizione e se non fosse stato presente questo sarebbe stato molto complicato da fare se non impossibile” ha precisato l’avvocato Carlo Biondi, che lo accompagnava in tribunale e lo assiste insieme ai colleghi Pietro Pomanti e Franco Coppi.
Attualmente Nucera è agli arresti domiciliari a Savona dopo che lunedì mattina (con l’arrivo a Milano Malpensa a bordo di un volo di linea) è finita la sua latitanza negli Emirati Arabi Uniti. La misura cautelare è scattata nell’ambito del procedimento penale sul crac del “Gruppo Geo”, che lui amministrava, e l’imprenditore è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta aggravata, oltre ad altri reati finanziari.
LA VICENDA GIUDIZIARIA
I guai per Nucera erano iniziati appunto dopo il crac del “Gruppo Geo”, operante nel settore immobiliare, che secondo gli inquirenti ha originato un passivo fallimentare di oltre 400 milioni di euro.
Una vicenda per la quale è iniziato in tribunale a Savona un processo che vede imputate 19 persone (per reati che spaziano dall’associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta aggravata, alla bancarotta semplice, ricorso abusivo al credito, dichiarazione fraudolenta mediante uso fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi, emissione di fatture per operazioni inesistenti, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, omesso versamento di IVA, false comunicazioni sociali, falsità nelle relazioni o comunicazioni delle società di revisione, formazione fittizia del capitale, falso e mendacio interno, falsa perizia, favoreggiamento personale ed usura) tra banchieri, compreso l’ex patron di Carige Giovanni Berneschi, commercialisti, periti di istituti bancari e quelli che, secondo l’accusa, erano prestanome dello stesso Nucera la cui posizione, al momento, è stata però stralciata insieme a quella della sua compagna Simona Musso.
Nell’ultima udienza davanti al collegio del tribunale, infatti, il decreto con il quale entrambi erano stati dichiarati latitanti nel 2012 è stato ritenuto nullo e così l’iter che aveva portato al loro rinvio a giudizio è da rifare da capo (perché, di fatto, non gli era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio poi puntualmente arrivata).
Già in sede di udienza preliminare, i loro difensori (gli avvocati Pietro Pomanti, Franco Coppi e Carlo Biondi) avevano sostenuto che la scelta di dichiararli latitanti fosse scorretta perché formalizzata senza aver svolto indagini approfondite per verificare dove fossero i due indagati. Tesi che non era stata accolta dal gup Maurizio Picozzi che li aveva mandati a processo ugualmente.
In udienza, però, è andata diversamente: quando i legali di Nucera e Musso avevano nuovamente sollevato l’eccezione davanti al collegio, i giudici l’avevano accolta (tra l’altro anche il pm Ubaldo Pelosi aveva concordato con le conclusioni della difesa chiedendo che fosse dichiarata la nullità del decreto).
Per questo ora la Procura di Savona sta nuovamente completando l’iter per l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e la nuova richiesta di rinvio a giudizio per Nucera. Un passaggio che, tra l’altro, apre nuovi scenari: l’imprenditore ora ha la possibilità di chiedere anche di essere giudicato con un rito alternativo.