Savona. Nell’aprile del 2016 in tribunale a Savona tre medici savonesi, Amatore Morando, Mauro Panaro e Gianfranco Barile erano stati condannati per corruzione perché secondo la Procura avevano ricevuto una serie di benefit dai titolari della Innovative Pharma in cambio della promozione e prescrizione da parte loro di integratori alimentari commercializzati dall’azienda. Un’accusa che oggi, nell’ambito del processo d’appello celebrato a Genova, è completamente caduta.
In secondo grado, infatti, Morando, Panaro e Barile sono stati assolti perché il fatto non sussiste da tutte le contestazioni che gli erano state mosse.
Una sentenza che è stata accolta con grande soddisfazione dai difensori dei tre medici, l’avvocato Maria Iezzi per Barile, l’avvocato Luciano Chiarenza per Panaro e gli avvocati Andrea Vernazza e Giuseppe Sciacchitano (con la collaborazione dell’avvocato Nadia Brignone) per Morando che hanno sempre sostenuto l’estraneità rispetto alle accusa di corruzione dei loro assistiti.
“Sono molto soddisfatta per l’esito del processo d’appello perché Gianfranco Barile è un medico molto coscienzioso che ha sempre lavorato correttamente e finalmente è stato dimostrato” ha precisato l’avvocato Iezzi.
Secondo la tesi degli inquirenti (non confermata dalla sentenza d’appello), Moreno Cavazzoli e Gianfranco Pistone, gli imprenditori titolari della Innovative Pharma, in maniera sistematica, avrebbero fatto una serie di favori a medici liguri, del savonese, ma anche di altre Regioni, per “favorire” ed “invitare” la prescrizione dei tipi di parafarmaci prodotti dalla loro azienda. Nel capo d’imputazione si indicavano i buoni carburante e le cene pagate come alcuni degli “omaggi” più gettonati per convincere i medici a prescrivere i prodotti Innovative (tutti farmaci cosiddetti “bianchi” o parafarmaci, quindi vendibili liberamente).
Accuse che i legali degli imputati hanno sempre contestato con decisione: secondo la tesi della difesa non c’è mai stato nessun accordo corruttivo, ma solo un maldestro tentativo da parte di Cavazzoli di promuovere i prodotti farmaceutici. I difensori hanno anche sempre sottolineato come non ci fossero prove a sostegno dell’avvenuta corruzione, ma al contrario ci fossero molti elementi che facevano pensare il contrario. Come il fatto che nessuno dei medici finiti a giudizio avesse prescritto i prodotti Innovative Pharma che, infatti, non si vendevano in farmacia.