Timore

Savona, bar anticipa la chiusura “per timore”. Il titolare: “Piazza Sisto IV allo sbando”

Il gestore teme di "subire sorprese da parte di qualche gruppetto di ragazzi pronti ad aggredirmi perché possano continuare a fare quello che vogliono"

Savona. Chiudere prima la sera rispetto all’orario consueto per evitare di “subire sorprese da parte di qualche gruppetto di ragazzi pronti ad aggredirmi perché possano continuare a fare quello che vogliono”. E’ questa la drastica decisione presa da Marco Casarino, titolare del Bar Haiti di piazza Sisto IV a Savona.

Tradizionalmente, il locale ha sempre chiuso i battenti almeno alle 8 di sera, ma da qualche giorno a questa parte il suo gestore ha deciso di anticipare l’orario di “abbassamento delle serrande”. Questo non perché non ami più il suo lavoro o perché non abbia più voglia di lavorare, ma per questioni di sicurezza personale: a suo dire, infatti, la zona della piazza su cui affaccia il municipio di Savona sarebbe ostaggio di piccoli vandali, gruppi di ragazzi che fanno chiasso e magari, qualche volta, consumano anche sostanze non proprio legali.

“Va avanti da questa estate – spiega Casarino – e io non ne posso più. Quindi ho deciso di anticipare l’orario di chiusura. Lavorare così è un brutto lavorare: tutto il giorno con questo odore nel naso o con gli schiamazzi nelle orecchie. Nessuno fa niente nulla, allora io chiudo”.

Viene da chiedersi che fastidio possano dare ad un locale dei ragazzi che quel locale manco lo frequentano da avventori: “Certo, non sono dentro al bar, ma sono a fianco, all’entrata dell’H24 vicino, ad un metro e mezzo di distanza da me. Ho provato a parlare con loro in tutti i modi, in modo gentile e in maniera più decisa, ma senza risultato. Le forze dell’ordine? Ho presentato anche un esposto, ma mi è stato detto che c’è carenza di personale”.

Il bar si trova a pochi passi dal municipio di Palazzo Sisto e quindi chiedere un intervento agli amministratori comunali che lo frequentano quotidianamente risulta particolarmente agevole: “Ho provato a rivolgermi anche al Comune – conferma Casarino – Un assessore, uno che ci mette sempre la faccia, mi ha detto che proverà a fare qualcosa, ma non è quello che dovrebbe interessarsi della questione”. I due amministratori sono rispettivamente Maurizio Scaramuzza, con deleghe (tra le altre) a sport e manifestazioni, e Roberto Levrero, con gli incarichi di politiche della sicurezza e polizia locale.

In attesa di qualche riscontro più concreto, Marco Casarino continuerà ad anticipare la chiusura del locale. Una scelta difficile, che comporta la perdita di almeno una parte dei suoi incassi giornalieri: “Me ne rendo conto, ma almeno vivo tranquillo – ribatte lui – Almeno rientro a casa la sera senza dovermi guardare la schiena. Mi hanno già fatto capire che ‘mi conviene’ smetterla di lamentarmi”.

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