Savona. “Non è pensabile che mentre si progettino carceri moderne in altre parti d’Italia la provincia savonese non abbia ancora una nuova struttura penitenziaria”. Lo afferma il sindacato Sappe che ha presentato il suo rapporto annuale sulla situazione carceraria in Liguria.
I problemi delle carceri liguri sono contraddistinti da un elevato affollamento con una presenza al 31.12.2018 di ben 1490 detenuti 90 in più rispetto al trascorso anno. La Liguria dispone di una capienza di 1128 posti il che origina un sovraffollamento di 370 detenuti.
La suddivisione tra i 6 istituti della Liguria: Genova Marassi 730 detenuti su una capienza di 546 posti; Sanremo 256 detenuti su una capienza di 238 posti
La Spezia 220 detenuti su una capienza di 150 posti; Imperia 97 detenuti su una capienza di 53 detenuti; Genova Pontedecimo 145 detenuti dei quali 73 donne su una capienza di 96 posti dei quali 43 nel reparto femminile. L’unico istituto stellato risulta quello di Chiavari che a fronte di soli 45 posti ospita 42 detenuti quindi l’unico non sovraffollato.
I detenuti stranieri sono 788. Il carcere d’Imperia detiene la percentuale più elevata di stranieri reclusi con il 67% seguito da La Spezia con 57,27%, Sanremo con il 54,12%, Genova Marassi con il 53,58%, Genova Pontedecimo con il 42,11 % infine l’istituto di Chiavari con il 43,78%. La popolazione straniera vede 436 detenuti provenienti dai paesi africani, 206 dall’Europa, 112 dal continente americano, 34 da quello asiatico. La popolazione detenuta più numerosa è del Marocco con 200 detenuti, 107 sono dell’Albania 80 della Tunisia.
“E’ quindi l’elemento sovraffollamento la caratteristica negativa della Liguria che si è maggiormente accentuata – afferma il Sappe della Liguria – a causa della chiusura del Provveditorato regionale che accorpandosi con quello del Piemonte ha di fatto costituito una macro Regione penitenziaria ed era prevedibile che questo causasse una caduta negativa sulla piccola Liguria, ed i dati odierni ci danno ragione” dice il segretario nazionale ligure Michele Lorenzo.
“Ma – continua Lorenzo – è il disinteresse sul carcere di Savona, soppresso il 28 dicembre del 2015 a destare maggiore preoccupazione, Quel carcere serve ed anche con procedura d’urgenza. Sembra assurdo che in Italia si progettino nuovi istituti penitenziari sempre più moderni e aderenti alle esigenze sociali con rispetto della dignità del recluso e del rispetto di chi all’interno presta il suo quotidiano servizio, vedi ad esempio il progetto nel nuovo istituto di Nola (Napoli), e si consenta che una importante provincia come quella savonese, resti priva del suo istituto penitenziario”.
“L’effetto che produce il sovraffollamento delle carceri liguri (tranne Chiavari che è un caso più unico che raro) è causa di una serie di eventi critici che inficiano la quotidianità operativa del poliziotto penitenziario e della sua incolumità”.
“Nel 2018 gli “angeli del carcere” nonché Polizia Penitenziaria, in Liguria hanno sventato 30 tentativi di suicidio, sintomatico riconoscere al Poliziotto penitenziario un determinante ruolo sociale ed umanitario nonché determinante per la sicurezza. I tentati suicidi sono purtroppo una dolente realtà – continua Lorenzo – ai quali bisogna prestare elevata attenzione perché ogni morto in carcere rappresenta una sconfitta per lo Stato. Oggi solo la Polizia penitenziaria può sventare i suicidi ma c’è bisogno di maggior personale e maggiore formazione elementi questi carenti in Liguria”.
“Il quadro degli eventi critici registrati nella carceri liguri nel 2018 dati si raccontano in: 444 azioni di autolesionismo, 343 colluttazioni, 46 ferimenti, 142 scioperi dei detenuti, 28 rifiuto del vitto, 167 danneggiamenti a celle, 295 proteste, 50 proteste per le pessime condizioni di detenzione, 127 proteste con battitura alle inferriate, 11 rifiuti di rientrare nelle celle. 1 evaso dal permesso, 1 evaso dalla licenza premio ed 1 evaso dall’attività lavorativa esterna. Nota dolente è rappresentata dai 4 suicidi ed un morto nelle celle liguri oltre ai 30 detenuti salvati dalla Polizia Penitenziaria dal compimento del gesto estremo” aggiunge.
“Questa mole di “criticità” viene contrastata solo dalla tenacia e professionalità della Polizia Penitenziaria spesso non valorizzata e sempre in forte carenza d’organico, un dato su tutto, la carenza si conta in quasi 300 unità. I dati sono importanti perché servono per la valutazione del piano d’intervento, infatti se questi si fossero verificati in un luogo diverso dal carcere, avrebbero suscitato attenzione, fatto scattare il cosiddetto allarme sociale e porre i relativi correttivi. Allora allo stesso modo quello che accade negli istituti deve trovare analoga attenzione”.
“E’ ovvio che la Liguria penitenziaria è intasata, quindi è indispensabile che il Ministro Bonafede ponga il suo interesse di Ministro anche per la Liguria: come Sappe richiamiamo l’attenzione dei politici liguri, perché questo combinato aumento popolazione detenuta/eventi critici e carenza della Polizia Penitenziaria, potrebbe compromettere seriamente tutto l’assetto sicurezza delle carceri liguri e ciò che ne è collegato ma soprattutto che si dia il via alla costruzione del nuovo carcere di Savona” conclude l’esponente sindacale.