Savona. Ieri pomeriggio (9 febbraio 2019) nella Sala Rossa del Comune di Savona è stato approfondito un tema caro alla sfera infermieristica savonese e non solo. Marisa Siccardi, direttrice del corso di laurea in infermieristica del polo universitario di La Spezia, infatti, ha condotto con grande passione e commozione la conferenza organizzata dalla Biblioteca comunale di Savona, dal titolo “Influenza spagnola. Uno sguardo infermieristico da Savona”.
La conferenza si è rivelata molto seguita. A testimoniarlo, i presenti che, oltre ascoltare l’esperta con visibile interesse, hanno partecipato attivamente con interventi e domande: molti degli spettatori, che hanno avuto parenti contagiati dalla violenta influenza, hanno voluto condividere l’esperienza dei loro cari, ma anche aneddoti e determinati modi di pensare o comportarsi di fronte alla Spagnola.
Ad oggi non si conosce ancora con certezza scientifica quante persone il virus abbia ucciso, ma alcune stime considerano che il numero delle vittime si attesti intorno al milione di persone solo in Italia. Per quanto riguarda le cause del contagio, invece, le risposte si fanno più chiare: le scarse condizioni igienico-sanitarie, la mancata informazione, l’alimentazione insufficiente (che genera disidratazione) e gli ambienti insalubri si sono rivelati fatali per circa 50 milioni di persone nel mondo.
Una parentesi è stata sviluppata anche intorno alla fascia d’età che è stata colpita maggiormente: quella tra 20 ai 30 anni, che spesso comprendeva genitori, che finivano per lasciare i figli orfani. Particolare attenzione è stata riservata anche all’azione e al ruolo delle infermiere che, assieme alle cosiddette “crocerossine”, si sono prese cura dei malati, nonostante l’alto rischio di contrarre il virus influenzale.
Nel corso dell’incontro, molti sono stati anche i riferimenti savonesi. La ricercatrice Siccardi, infatti, ha raccolto testimonianze e documenti pervenuti proprio da Savona. Ha letto, commuovendosi, anche i nomi di alcune delle infermiere che hanno speso la loro vita per i malati, fino a morire loro stesse della medesima forma influenzale, manifestando a pieno lo spirito di sacrificio e la sensibilità di una sfera delicata del settore sanitario.