Esclusiva

Albenga, la denuncia della San Filippo Neri: “Il Comune non ci consente di utilizzare lo stadio Riva” fotogallery

Ieri è andata in scena una riunione ad hoc, al Sacro Cuore, per discutere, insieme alle famiglie dei giovani calciatori, le azioni da intraprendere

Inaugurazione nuovo manto erboso stadio Riva Albenga

Albenga. Stadio Riva “vietato” ai giovani calciatori della San Filippo Neri di Albenga. Lo denunciano i vertici della stessa società sportiva, che ieri sera hanno convocato una riunione ad hoc, nel salone del primo piano del Sacro Cuore, per discutere, insieme alle famiglie dei giovani calciatori, le azioni da intraprendere.

Ha introdotto la serata l’avvocato Alessandro Chirivì, presidente della San Filippo Neri, che ha spiegato: “Lo Stadio è comunale, cioè di tutti ed è costato alla collettività oltre 700mila euro di soldi dei cittadini, proprio per questo anche noi abbiamo il diritto di utilizzarlo. Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di poter dividere il tempo di utilizzo al 50 per cento con la società dell’Albenga, ma fino ad oggi non abbiamo ottenuto nemmeno un minuto per i ragazzi del nostro settore giovanile”.

“Al momento la nostra prima squadra secondo gli atti ufficiali lo può utilizzare solo per le partite della domenica, ovvero una volta ogni 15 giorni. L’ultima delibera comunale, infatti, vede affidato il Riva all’Albenga. Non è giusto, non siamo cittadini di serie B ed i nostri bambini hanno il diritto di poter usare quello spazio pubblico per gli allenamenti pomeridiani in condizioni di parità con quelli dell’altra società sportiva”.

Alla riunione hanno partecipato anche dirigenti e simpatizzanti dell’Albenga Calcio, ai quali è stato fatto esprimere liberamente in assemblea il loro pensiero circa i criteri di utilizzo dello stadio comunale.

E ha partecipato anche don Gigi Lauro, il parroco del Sacro Cuore, che ha dichiarato, tra le altre cose: “Si dovrebbe pensare ad un modo di lavorare insieme e collaborare per il bene dei nostri ragazzi. Certe discriminazioni possono essere pericolose perché non creano uguaglianza, ma odio e divisione e dovremmo sempre tenerlo a mente. Chi ha dei rancori personali, se c’è qualcuno che ne ha, dovrebbe metterli da parte.”

Il lungo dibattito successivo ha coinvolto i rappresentanti dei genitori delle varie squadre e gli allenatori ha fatto emergere una serie di considerazioni largamente condivise dagli intervenuti, le osservazioni più ricorrenti sono state “Non è giusto che i nostri figli vengano discriminati e venga impedito loro di fare l’attività in condizioni di parità con i ragazzi delle altre società  su un campo che abbiamo pagato tutti noi cittadini e che del quale tutta la città paga le bollette di elettricità, acqua e riscaldamento per decine di migliaia di Euro ogni anno”; ”lo stadio comunale è la casa di tutti i calciatori di tutte le società”; “non devono esserci bambini di serie A e bambini di serie B” ; ”è il Comune che deve assumersi le sue responsabilità e decidere quanto e da chi deve essere utilizzato lo stadio, non può lavarsi le mani lasciando che siano le società a trovare un accordo tra loro”.

La dirigenza della San Filippo Neri ha fatto notare “come esistano ad Albenga due impianti pubblici per il calcio, lo stadio Riva, con il nuovo campo in erba sintetica ed il campo Massabò a Leca, in terra battuta, liberi ed utilizzabili tutti i pomeriggi per gli allenamenti di tutte le società per 5 giorni alla settimana; utilizzando in parti uguali il campo in sintetico ed il campo in terra ciascuna società potrebbe avere a disposizione per due giorni e mezzo alla settimana il campo in sintetico, e per due giorni e mezzo alla settimana il campo in terra, così risolvendo le necessità di spazi di gioco adeguati per ciascuna società”.

Il presidente Chirivì ha affermato: “Come già detto da oltre un mese all’amministrazione comunale, pur avendo un settore giovanile più numeroso, e ritenendo di avere diritto alla metà del tempo di utilizzo dello stadio Riva, la San Filippo Neri, per favorire un accordo condiviso fino alla fine della stagione, si accontenterebbe, fino al termine della stagione calcistica in corso di utilizzare lo stadio 2 giorni alla settimana, lasciando all’Albenga lo stadio per 3 giorni alla settimana, e così anche sul campo di Leca, lasciandolo per 3 giorni su 5 all’Albenga, andando così ad utilizzare il 40 per cento del tempo disponibile, e lasciando il 60 per ce del tempo Albenga, che avrebbe a disposizione complessivamente 6 pomeriggi alla settimana divisi tra i due campi, restandone 4 su 10 alla San Filippo”.

La riunione si è conclusa ribadendo “la disponibilità della San Filippo a incontrare l’altra società in qualunque momento per discutere una soluzione che tenga conto dei diritti di tutti, ed approvando la volontà di richiedere un nuovo incontro ufficiale con il sindaco per garantire a tutti il diritto di utilizzare le strutture comunali ed un pronunciamento del consiglio comunale che stabilisca in tempi brevi le regole di utilizzo dell’impianto pubblico a garanzia di tutti gli utenti”.

Va specificato, però, che al di là di un ruolo di mediazione, il Comune si ritrova a dover fare i conti con una vecchia delibera di giunta (di una decina di anni fa circa), che predispone la suddivisione dei campi da gioco, dando, però, per quanto riguarda il Riva, la priorità all’Albenga Calcio.

E sono dunque le due compagni a dover trovare una quadra, come ha spiegato proprio il sindaco Giorgio Cangiano: “Il rifacimento dello stadio Riva, che è costato molto, è una cosa estremamente positiva per l’inter città e non deve essere macchiato da schermaglie per l’utilizzo del campo, non deve trasformarsi in un problema. L’obiettivo comune deve essere la collaborazione nell’interesse collettivo”.

“Spero davvero che le due società coinvolte possano trovare un accordo. So che ci sono già state delle ‘aperture’ e addirittura si è iniziato a parlare della possibilità di creare un settore giovanile unico tra Albenga Calcio e San Filippo Neri e secondo me bisogna lavorare in questa direzione. Ne approfitto, però, anche per invitare tutte le parti in causa a non strumentalizzare la vicenda e a non trasformarla in battaglia politica in vista delle imminenti elezioni”.

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