Che passione!

A Murialdo tutti pazzi per il Pidro, il gioco di carte che arriva dall’America e ha più di un secolo

In Val Bormida una delle poche tappe italiane dove continua la tradizione

Pidro Murialdo

Murialdo. Una passione, ma soprattutto un ottimo strumento di aggregazione che fa di Murialdo uno dei pochissimi paesi italiani noti per la tradizione che coinvolge ragazzi, donne e meno giovani.

Si tratta del Pidro, un gioco di carte avvincente, che richiede memoria, concentrazione, ma, soprattutto evoca tempi passati ed è spettacolarizzato da colpi di scena che possono ribaltare la scena finale. Insomma, uno spasso sia per chi gioca, sia per chi assiste alle partite, che ogni pomeriggio vengono disputate al Bar Elf, nel centro di Murialdo.

Rispetto alla pinnacola, alla scala quaranta o alla scopa, tanto per citarne alcuni, è più veloce, ovvero le manches si chiudono più brevemente, e l’abilità e la furbizia sono più esaltate proprio dalla rapidità in cui si fanno girare le carte.

Il Pidro arriva da lontano, esattamente dalla California (alcuni dicono anche dall’Argentina), e in Italia lo hanno portato gli emigrati che hanno fatto capolino in patria dopo la loro esperienza all’estero. Conservate anche alcune espressioni derivate dall’inglese: “ghem”, ad esempio, da game, indicata la carta del 10, “lò”, da low, quella del 2. Si gioca da oltre un secolo, ma soltanto in pochi Comuni dello stivale continua ad appassionare.

Pidro Murialdo

Nei dintorni, ad esempio, l’unico antagonista di Murialdo è Castelnuovo di Ceva, nel cuneese, mentre a Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, proprio nei giorni scorsi è partito un maxi torneo con centoventotto coppie di partecipanti, tra cui ragazzi tra i 18 e i 25 anni che potrebbero essere i pronipoti degli emigranti di fine Ottocento.

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