Andrea Indiano è un giornalista freelance di Savona, che qualche settimana fa ci aveva inviato un contributo su come aveva ritrovato la città dopo un periodo di permanenza all’estero. La sua lettera ha avuto eco sui social e ha innescato un interessante dibattito tra i savonesi. Di seguito il suo ultimo intervento.
Mi ha fatto piacere ricevere vari commenti e considerazioni sulla mia lettera dedicata al decadimento di Savona (presunto, perché di opinione personale si tratta). Se da un lato qualcuno ha approvato, dall’altro è stato utile sentire i pareri contrastanti e le opinioni altrui sulla città e sul suo stato. I savonesi forse non apprezzano la condizione attuale, ma continuano ad amare e a essere orgogliosi della propria città.
Che Savona continui a offrire lati positivi e tanti vantaggi è un dato di fatto, dovuto proprio all’impegno che i cittadini mettono nel mantenere il loro stile di vita positivo: un senso civico che per fortuna dona ancora luce alle strade e alle vie cittadine. Anche da questa dedizione è giusto ripartire, che vada di pari passo con una utile apertura alle novità e ai cambiamenti che per forza di cose ogni luogo abitato deve affrontare.
Come si diceva, è facile incolpare i politici e le giunte amministrative che nel corso degli anni si sono susseguite, ma allo stesso modo bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Le crociere, volute dalle amministrazioni, hanno avuto il pregio di riportare Savona sotto l’attenzione nazionale e hanno dato nuova linfa e lavoro al porto e ai suoi dipendenti. Se le vie del centro forse si sono rabbuiate, è doveroso notare come alcune zone una volta tabù, si pensi alla famigerata Piazza del Popolo o ai giardini del Prolungamento, siano oggi di nuovo vivibili e maggiormente pulite. I vari sindaci, presenti e passati, si sono impegnati per far sì che queste migliorie avvenissero e ora tutti ne possiamo approfittare.
La palla passa allora ai savonesi: quando un’area prima dismessa transita a nuova vita è anche per merito degli abitanti che si sono adattati alla novità e l’hanno benvoluta. Sarebbe bello vedere un processo simile per altre zone di Savona. Più locali, spazi aperti e luoghi di ritrovo portano spesso un miglioramento a tutti i centri circostanti e però chi ci abita deve essere pronto ad accettare la novità.
Che può voler dire più rumore, più passaggio di persone, maggiore movimento: cose che in passato hanno fatto paura qualche cittadino, ben contento di conservare il proprio angolino di Savona intatto e privato. Apriamoci allora ai cambiamenti e potrebbe succedere che la stessa benevola sorte capitata a Piazza del Popolo succeda in altre aree. Ma sarà impossibile se al primo schiamazzo o alla prima apertura di qualche nuova attività di ritrovo gli abitanti dei palazzi limitrofi cominceranno a lamentarsi.
Chi è d’accordo sul fatto che Savona sia in caduta, deve allora essere pronto a impegnarsi ancora di più per farla tornare a risplendere. Nella storia ci siamo fatti valere rispetto a tante città di simili dimensioni e allora perché non sperare in nuovo roseo futuro?
Savona può essere una fenice che si rialza dalle proprie ceneri, ma i primi a voler fare un passo avanti dobbiamo essere noi cittadini. Appoggiando per prima cosa i cambiamenti decisi dalla politica, siano essi ben pensati e fatti per migliorare la vita comune.
Soprattutto quella dei più giovani: desiderosi sì di divertirsi, ma in grado anche di creare nuovi lavori, start up e idee innovative necessarie per adattarsi al presente. Savona ha tutto il potenziale per diventare un centro innovativo, verde e polifunzionale: un’occasione da non perdere per farsi trovare pronti all’arrivo di un mondo sempre più tecnologico e moderno.
Andrea Indiano