Savona. “Nei prossimi mesi vi saranno due date significative per la storia italiana ed europea: il 9 febbraio ricorrerà il 170 anniversario della proclamazione della Repubblica Romana, antesignana della Repubblica Italiana ed esempio immortale delle esperienze democratiche del XIX e XX secolo; il 10 marzo ricorrerà il 147 anniversario della morte di Mazzini,apostolo dell’unità di Italia e dell’Europa federata”.
“A Savona come è noto a tutte e a tutti ormai e come è ostico alla Giunta comunale, che pare quasi non rendersene conto anche se non sappiamo cosa ne pensi la nuova assessora alla cultura, che sul tema come sul tutto il resto ad oggi non ha praticamente proferito verbo, si avviò fra il 1831 e il 1832 il percorso per la nascita della Giovine Italia con la prigionia di Mazzini”.
“In tale occasione egli teorizzò che bisognava abbandonare i riti oscuri della Carboneria e ricorrere a potenze straniere come la Francia ma che per la liberazione d’Italia e d’Europa occorreva un moto di popolo, che doveva prendere coscienza della propria situazione e assumere su di se l’onere e l’onore di condurre la lotta per giungere alla proclamazione della Terza Roma di lavoratori e lavoratrici”.
“Evidentemente questi discorsi disturbano Palazzo Civico anche perche’ implicherebbero ragionare sul concetto di Dovere, che era alla base della sociologia mazziniana e da cui discendevano i diritti e soprattutto su democrazia, libertà ,accoglienza e solidarietà verso le altre e gli altri come egli fu accolto esule in Francia,Svizzera e soprattutto Regno Unito”.
“A questo punto si potrebbe pensare a lasciare la cella di Mazzini in gestione al museo archeologico dietro un adeguato corrispettivo economico ( ad esempio magari una piccola quota di quello che è stato messo a gara per la gestione dei musei civici ed allargare l’orario di apertura) in modo da organizzare qualche visita guidata (ovviamente rimane sempre in sospeso la questione di un museo civico, che, unico caso al mondo, vive senza contributi comunali) anche se temiamo che parlare di Europa, accoglienza, democrazia, manifesto di Ventotene, Carta di Chivasso, etc possa far venire “sudori freddi” a componenti dell’attuale maggioranza”.
“A questo punto, mentre la giunta e la maggioranza passano il tempo a litigare vorremmo ripetere la nostra proposta alla sindaca e anche alla “silente” assessora alla cultura: se ne vadano e lascino che Savona, città medaglia d’oro della Lotta di Liberazione, sia finalmente governata da forze civiche, ecologiste, rispettose della sua storia e della sua cultura”.
Danilo Bruno