Val Bormida. I nostri nonni di certo non si stupirebbero di vedere nevicare oggi. Oltre ad essere nel cuore dell’inverno, infatti, quando in passato non esistevano nè internet nè le allerte meteo, a “sostituire” la tecnologia di oggi c’erano i proverbi e i detti popolari.
Sant’Antonio abate (17 gennaio), San Sebastiano (20) e Sant’Agnese (21) sono chiamati i mercanti della neve perché, se in queste date fa bel tempo e splende il sole, ne approfittano e vanno al mercato a “comperare la neve” da spargere sulla terra nei giorni successivi.
Questi giorni erano considerati dai contadini come un almanacco, in base al tempo che si verificava nei tre giorni si ipotizzava il tempo per il resto dell’anno, ma anche il raccolto.
“Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame”: le piante che, durante il lungo inverno, giacciono ricoperte dalla bianca coltre, come il grano, crescono robuste, formando le spighe che, poi, diventeranno gialle al sole di maggio e di giugno.