Prospettive

Carige, dopo l’incontro con i sindacati confermato il piano industriale a febbraio: banca “in sicurezza”

Dovrà essere realizzato in tempi rapidi, ma anche un cambiamento sensibile del modello organizzativo della banca

Genova. Un piano industriale che sarà pronto entro febbraio e che dovrà essere realizzato in tempi rapidi, ma anche un cambiamento sensibile del modello organizzativo della banca. Sono queste le notizie emerse dall’incontro tra i tre commissari straordinari di Carige e i rappresentanti dei sindacati di categoria. Intanto la Commissione Ue “prende nota dell’adozione del decreto” su Banca Carige ed “è in contatto con le autorità italiane, pronta a discutere con loro della disponibilità di strumenti, sempre nel quadro degli strumenti europei”, ha affermato il portavoce del presidente della Commissione Jean Claude Juncker.

“Abbiamo chiesto garanzie che non siano toccati i lavoratori – ha spiegato Lando Maria Silleoni Segretario nazionale della Fabi – che già hanno pagato sia in termini di organici che in termini economici. E’ stato detto in maniera molto chiara che la banca dovrà cambiare modello organizzativo e quindi nei prossimi mesi prevediamo che non ci siano tagli. Il problema si potrebbe ripresentare nel momento in cui ci fosse un’aggregazione e, se ci saranno le condizioni, lo affronteremo allora”.

Il decreto approvato dal governo, per la Fabi, è: “Una fotocopia di quello per MPS e serve per prendere tempo, dare stabilità alla banca ma, sopratutto, dare un messaggio rassicurante alla clientela. La Banca è sotto controllo – conclude Silleoni – e i clienti possono stare tranquilli perché una soluzione sul futuro dell’istituto, dopo il piano industriale ci sarà”.

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Un decreto che è servito a stemperare un clima pericoloso, come ha sottolineato il Segretario di UILCA, Massimo Masi, e che va incontro alle richieste che erano state fatte, nei giorni scorsi dai sindacati. “Questo intervento del governo rafforza il gruppo dirigente dell’azienda – sottolinea Giuliano Calcagni, segretario generale Fisac Cgil – e manda un segnale di tranquillità. La banca non è più a rischio di mancata liquidità o di default ma ha le forze interne per essere appetibile e aspettiamo il piano industriale per il rilancio e, conseguentemente, una possibile aggregazione”.

Adesso, quindi, i sindacati aspettano il rilancio commerciale della banca, che deve andare di pari passo con investimenti sul personale che ha sostenuto l’istituto di credito fino a oggi. “Servono investimenti per la riqualificazione del personale – spiega Riccardo Colombani, segretario nazionale First Cisl – e abbiamo evidenziato che il numero delle persone adibite agli sportelli deve essere aumentato per poter garantire un rilancio che può avvenire attraverso l’aumento dei volumi, sia in termini di raccolta che di impieghi. E solo in quel modo la banca potrà avere dei ricavi”.

“Oggi bisogna preparare la banca a un’eventuale aggregazione – spiega Massimo Masi, di Uilca – alla quale noi siamo favorevoli, ma vogliamo chiarezza e abbiamo detto ai commissari che staremo attaccati, come cagnolini, a loro per controllare tutto ciò che faranno. Carige non può finire in mani sbagliate – conclude Masi – perché è importante per il territorio e per l’economia di questa regione”.

Mario Ghini, segretario generale di Uil Liguria, e Mauro Corte, coordinatore nazionale di Uilca Carige ritengono sia stato un “incontro abbastanza positivo e costruttivo. Abbiamo appreso con soddisfazione la notizia del decreto che tutela i risparmi dei cittadini, che il governo ha predisposto per Carige con il varo di garanzie statali, ovvero con la possibilità di emettere nuovi prestiti obbligazionari. In extrema ratio, il governo potrà aprire alla possibilità di nazionalizzare l’istituto di credito. Questa azione rassicura la clientela, i lavoratori del settore e tranquillizza la Bce. I commissari straordinari hanno un’idea di banca snella sulla quale lavorare, inoltre stanno già pensando a una aggregazione. Tuttavia è necessario dire basta a piani industriali che hanno poco a che vedere con un serio progetto di rilancio della banca. Come organizzazioni sindacali siamo disponibili a continuare una trattativa a patto che gli argomenti su cui trattare siano seri”.

“Chiediamo con forza l’accertamento delle responsabilità pregresse. Il sindacato ha fatto il possibile per salvare lavoro e occupazione: abbiamo aderito a tutti i piani industriali, a tutte le indicazioni disposte, dagli amministratori delegati, a Montani, a Bastianini, a Fiorentino ed, ora, a Innocenzi. È stato ridotto il costo del lavoro, il numero dei dipendenti, il numero delle filiali, esternalizzato lavorazioni. Non arretreremo sul piano dei diritti, dell’occupazione e del rilancio. Auspichiamo nuova vita per la banca e per il tessuto territoriale che, in qualche modo, rappresenta sia in Liguria che su altre piazze”.

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