Solidarietà e speranza

Carcare, il ricordo della giovane Manuela Irgher fa il giro del mondo grazie alla missione umanitaria dei genitori

Portano il nome della studentessa deceduta in un incidente nel 2003 scuole, presidi sanitari e ospedali in ben quattro continenti

Carcare. L’incubo di una notte di inizio estate, del giugno 2003, non è mai svanito per la famiglia Irgher, ma si è trasformato in un percorso di solidarietà e affetto verso i più bisognosi. Dalla perdita della figlia adolescente Manuela in quel terribile schianto lungo la Sp 15 i genitori hanno trovato il modo per vivere nel suo ricordo.

Carcare, il ricordo della giovane Manuela Irgher fa il giro del mondo

Silvia e Marcello, imprenditori nel settore vetrario, dal 2004 hanno concretizzato numerosi progetti ambiziosi, agendo su vari fronti. Come spiega il papà, “Manuela era una studentessa molto sensibile ai temi del sociale, era una militessa della Croce Bianca di Cairo e sosteneva di voler, un giorno, dedicarsi ad una professione utile per il prossimo, come quella di insegnante”.

La vita spezzata della giovane carcarese, ma soprattutto i suoi desideri, hanno così spinto i genitori a sostenere cospicuamente l’attività delle pubbliche assistenze locali, ma non solo. L’anno successivo alla sua morte la coppia è partita alla volta della Costa d’Avorio, in Africa, dove operano i Padri Scolopi. Da questa esperienza è maturata, poi, l’idea di realizzare una scuola superiore e presto un’università, l’Academie Manuela, a Douékoué, mentre a Blolequin, poco distante dal confine con la Liberia, è sorto l’Insitut catholique Manuela, frequentato da 900 alunni, visitato dalla famiglia Irgher proprio nel periodo natalizio appena trascorso. Dall’inizio del percorso ad ora di strada ne è stata fatta veramente molta grazie al sostegno della coppia carcarese in costante contatto con il sacerdote ivoriano che ha concretizzato i sogni dei due genitori. Ma non è tutto.

Carcare, il ricordo della giovane Manuela Irgher fa il giro del mondo

In questi quindici anni a portare il nome di Manuela sono stati anche una casa per ragazze madri a Capo Verde, un dispensario nella Repubblica del Congo divenuto poi un ospedale, due scuole in Madagascar, un asilo e un orfanotrofio per bimbe in India, e un asilo nella periferia di Lima, in Perù, gestito da un vescovo originario di Albenga.
La perdita di un figlio è una ferita che non si rimargina, ma il dolore si può curare portando avanti i sogni e le volontà di chi non c’è più. Questo il senso della missione dei coniugi Irgher, che ogni anno passano il Natale in uno dei luoghi dove il loro aiuto è servito a portare speranza, e dove sono nati rapporti indissolubili di affetto e stima reciproca tra i fautori dei vari progetti e la famiglia carcarese.

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