Stolpersteine

Finale, lunedì la posa delle “pietre d’inciampo” per ricordare le vittime della deportazione nazista e fascistaevento

Fino ad oggi ne sono state posate oltre 50 mila in tutta Europa: in Italia sono a Torino, Milano, Roma, Venezia, Padova, Reggio Emilia, Siena, Livorno e Viterbo

Finale Ligure vedrà la posa delle “Pietre d’Inciampo” (Stolpersteine), monumento diffuso, partecipato, ideato e realizzato dall’artista tedesco Gunter Demnig per ricordare le singole vittime della deportazione nazista e fascista. La posa in opera delle quattro pietre avverrà a cura dell’artista stesso, con l’ausilio di un operaio comunale e con la vigilanza della polizia municipale, lunedì 21 gennaio alle ore 9.30, con appuntamento presso il municipio.

Le quattro Pietre saranno posate nel centro storico di Finalmarina come segue: una in Via C. Colombo, 9 in ricordo di Antonio Arnaldi, due in Via Pertica, 16 in ricordo di Italo e di Giovanni Frattini, una in Vico Serra, 2 in ricordo di Goffredo Scacciotti. Alla posa in opera sarà presente il sindaco di Finale Ligure Ugo Frascherelli, l’assessore al Turismo e Cultura Claudio Casanova ed altri rappresentanti dell’amministrazione comunale. Saranno presenti Teo De Luigi (ideatore dell’evento), esponenti di ANPI ed ANED, sezioni provinciali, unitamente ad un folto numero di studenti e scolari delle scuole finalesi. Accompagnerà la posa la musicista Martina Romano, che eseguirà arie di Bach.

Le “Pietre d’Inciampo” sono costituite da piccole targhe di ottone poste su cubetti della dimensione dei porfidi delle pavimentazioni stradali, che vengono poi incastonati nel selciato davanti all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima. Si tratta del monumento più diffuso in Europa e che sono state posate fino ad oggi oltre 50 mila pietre in tutta Europa ed in Italia (fra cui nelle città di Torino, Milano, Roma, Siena, Viterbo, Reggio Emilia, Padova, Venezia, Livorno, Prato, Ravenna, Brescia, Ostuni, Casale Monferrato, Teramo).

L’artista tedesco Günter Demnig, nato a Berlino nel 1947, vuole con la sua opera ricordare le vittime dello sterminio nazista e fascista con la realizzazione di un “monumento diffuso” non invasivo e che ben si presta a mantenere nel ricordo popolare quanto accaduto nella storia anche italiana, nello specifico la deportazione di quattro cittadini finalesi deportati a Mathausen a seguito dello sciopero del 1 marzo 1944.

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