Cura del paziente

Una nuova tv ed un calcio balilla per il Centro Diurno di Villa Bugna di Savona

"Si cerca di puntare sull’innovazione come tramite per costruire contesti ed opportunità che abbiano la capacità di supportare il percorso di cura e riabilitazione degli utenti"

Savona. Giovedì 20 dicembre, al Centro Diurno della Comunità Terapeutica Villa Bugna di Savona del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’Asl 2 Savonese, diretto dal Dottor Carlo Vittorio Valenti, sono stati inaugurati un calcio balilla ed un televisore Smart TV 49 pollici.

L’acquisto di questi beni è frutto dell’organizzazione di una serie di iniziative come spiega il Coordinatore Calogero Sprio: “Nella Comunità Villa Bugna si è sempre cercato di puntare sull’innovazione come tramite per costruire contesti ed opportunità che avessero la capacità di supportare il percorso di cura e riabilitazione degli utenti ma anche di costruire un ponte verso la città; tutto ciò con la convinzione che la cura dei disturbi di cui sono affetti i nostri pazienti passi anche attraverso la necessità di ricucire lo strappo e l’interruzione che la malattia di queste persone spesso ha determinato nelle relazioni sociali e nella loro capacità di esercitare il diritto di cittadinanza”.

“Un esempio di innovazione che è stata introdotta in questo ambito ha riguardato la costituzione, dieci anni fa, dell’Associazione di Promozione Sociale Judax Agorà che tutt’oggi offre spazi ed opportunità molto diverse a moltissimi cittadini di Savona fra i quali anche diversi utenti del nostro Dipartimento” aggiunge Sprio.

“La Comunità Terapeutica Villa Bugna del DSMD di Savona da oltre vent’anni accoglie, sulle 24 ore, utenti psichici per offrire loro un percorso di cura e riabilitazione e da alcuni anni ad esso si è aggiunto il percorso semiresidenziale; entrambi gli ambiti si stanno attualmente riorganizzando attorno alla possibilità di accogliere sempre più giovani utenti allo scopo da un lato di dare una risposta alle nuove tipologie di bisogni e dall’altra, attraverso un intervento che sia il più precoce possibile, di migliorare la prognosi di queste persone. Ma qual è, ci si potrebbe chiedere, il modo più efficace per trattare in ambito comunitario delle patologie o dei disagi che irrompono spesso improvvisamente nella vita di alcuni giovani e delle loro famiglie? Dal punto di vista educativo e socio-riabilitativo – afferma Sprio – direi che il primo aspetto a cui dare importanza riguarda il modo di approcciarsi al malato e alla sua malattia”.

“Credo che il paziente abbia si bisogno di essere curato ma nell’ambito della nostra capacità di renderlo parte attiva di un processo che inizia col richiedere la sua adesione al trattamento e giunge ad un suo ruolo più centrale e da protagonista nelle scelte che lo riguardano; ciò assicura lo sviluppo dell’autodeterminazione degli utenti e garantisce un cambiamento almeno in parte autonomo ed autodiretto dal malato, il quale avrà più fiducia nei propri mezzi e strumenti e diventerà supporto di se stesso nel raggiungimento di risultati più profondi e stabili; il lavoro quindi che svolgiamo è quello di umanizzare sempre più i nostri luoghi di cura, di entrare in empatia con gli utenti e di coinvolgerli nella realizzazione di progetti sempre diversi; attraverso di essi le persone possono esprimere delle aspettative, possono condividerle con gli altri e possono partecipare all’organizzazione delle iniziative che di volta in volta si vanno a definire; l’acquisto per esempio del calcio balilla e del televisore da un lato accoglie un bisogno manifestato dai nuovi giovani pazienti e ci consentirà di sfruttare i loro interessi per costruire o consolidare con essi un’alleanza terapeutica; dall’altra l’averli acquisiti rappresenta il raggiungimento di un traguardo condiviso dagli operatori e dai pazienti che insieme, superando in parte l’asimmetria data dai loro diversi ruoli, hanno condiviso esperienze, come le varie gite, che hanno offerto una importante funzione terapeutico-riabilitativa e consentito di raccogliere i fondi necessari attraverso il versamento di un contributo economico da parte degli utenti” conclude il coordinatore della struttura.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.