Alassio. Terremoto ad Alassio nell’ambito dell’inchiesta su ambiente e rifiuti. Nel primo pomeriggio di oggi sono scattati infatti due arresti: in manette, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Alessia Ceccardi ed eseguita dai poliziotti della Questura di Savona, sono finiti Pier Paolo Pizzimbone (ex commissario provinciale di Fratelli d’Italia, dimesso proprio a seguito dell’inchiesta) e l’imprenditore Mario La Porta.
In questa fase il riserbo degli inquirenti (l’indagine è coordinata dai sostituti procuratori Chiara Venturi e Massimiliano Bolla) è massimo, ma secondo quanto trapelato sembra che, per entrambi gli arrestati, l’accusa sia quella di concorso in estorsione aggravata, consumata e tentata. Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, Pizzimbone avrebbe costretto i titolari della società che gestisce il servizio di igiene urbana per il Comune di Alassio a sottoscrivere un contratto di consulenza fittizio con La Porta per ricevere 96 mila euro minacciando, in caso contrario, pressioni sull’amministrazione comunale di Alassio per danneggiare l’impresa. Di tale somma sarebbero stati effettivamente consegnati, in un incontro monitorato dalla polizia giudiziaria, 16 mila euro in contati.
L’inchiesta era partita ufficialmente lo scorso 28 novembre 2018, con un blitz da parte dei poliziotti della squadra mobile di Savona in Comune ad Alassio. Nell’occasione, gli agenti hanno visionato e sequestrato diversi documenti legati proprio al settore dei rifiuti (l’indagine infatti vede coinvolto anche l’assessore alassino all’Ambiente, Rocco Invernizzi al quale però, almeno per il momento, sono stati contestati solo reati contro la pubblica amministrazione).