Orco Feglino. Sarà l’analisi peritale del nucleo Saf dei vigili del fuoco a stabilire l’esatta dinamica e le cause della morte della rocciatrice di 54 anni deceduta ieri dopo una caduta di 50 metri: la donna, Bianca Maria Vacher, grafica originaria di Milano, era impegnata in una scalata sul bric Pianarella, una tra le pareti maggiormente frequentate e conosciute nel finalese.
In questo momento sono ancora in corso i rilievi e gli accertamenti dei vigili del fuoco sulla parete rocciosa nella quale è avvenuta la tragedia. La Procura della Repubblica di Savona ha aperto una inchiesta sulla morte della donna, anche se non si esclude che all’origine dell’incidente possa esserci stata imperizia nei dispositivi di sicurezza adottati dalla 54enne, oppure una semplice distrazione durante la cordata nelle fasi dell’arrampicata: ad ora tutte ipotesi che dovranno essere vagliate dagli organi inquirenti. Tuttavia l’errore umano resta l’ipotesi più accreditata, forse la donna doveva essere legata durante una sosta ma qualcosa non ha funzionato ed è precipitata.
Il pm della Procura savonese Maria Chiara Venturi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti: non sarà effettuata l’autopsia sul corpo della donna, deceduta per i traumi riportati nella terribile caduta.
“Sicuramente qualcosa non è andato per il verso giusto – racconta Cesare Marchesi, istruttore Cai e noto arrampicatore del finalese -, tuttavia in questi casi è giusto attendere l’esito delle indagini”.
“Da conoscitore della parete posso dire che è sempre importante assicurarsi a livello di materiali e altro che gli standard di sicurezza siano rispettati, in particolare per una arrampicata di quel tipo: infatti, è più facile che si verifichino incidenti in falesie piuttosto che sulle pareti di roccia”.
“In circa 30 anni ricordo che nel finalese si sono verificati tre incidenti mortali, dei quali due per distrazione e negligenza e un terzo per una tragica fatalità: le pareti sono controllate e basta rispettare tutti gli aspetti di sicurezza, specie in cordata, che non ci sono rischi” aggiunge l’istruttore Cai.
“Quindi in primis evitare distrazioni e massima concentrazione, evitare errori di manovra con la corda, massima prudenza e conoscenza del percorso, con lo sguardo sempre rivolto al compagno” conclude Marchesi.
Sul tragico incidente avvenuto ad Orco Feglino ha parlato anche il sindaco di Finale Ligure Ugo Frascherelli, anche lui arrampicatore da diversi anni nelle pareti e falesie del finalese: “Innazitutto le condoglianze alla famiglia per questa tragedia. Anch’io penso che le pareti rocciose e le nostre falesie siano sicure, ma ripeto sempre che la continua e massima attenzione, il rispetto delle procedure di sicurezza, i materiali e la conoscenza del percorso siano fattori fondamentali per l’arrampicata. E si raccomanda sempre di seguire tutti i dispositivi di sicurezza”.
“La sicurezza nell’arrampicata sportiva è una questione di materiali e di cultura che va sempre sostenuta” conclude il primo cittadino finalese.