Alassio. La giunta Melgrati si “smarca” dalla vicenda che relativa ad irregolarità ed anomalie nella gestione dello smaltimento dei rifiuti, che ha portato all’arresto dell’ex re dei rifiuti Pier Paolo Pizzimbone e dell’ex imprenditore e ora pensionato Mario La Porta.
“Appreso dagli organi di stampa e dal comunicato ufficiale divulgato dall’illustrissimo signor procuratore Ubaldo Pelosi, – si legge nella nota diramata dalla giunta Melgrati, – secondo cui il signor Pier Paolo Pizzimbone avrebbe ‘… con ripetute minacce e pressioni prospettato di poter pesantemente influenzare le scelte dell’Amministrazione comunale di Alassio….’, la giunta significa e precisa la propria totale estraneità alla vicenda e si riserva ogni migliore azione giudiziaria per la tutela del proprio prestigio e credibilità, ivi compresa la costituzione di parte civile nell’eventuale processo a carico degli imputati”.
Al centro dell’attività investigativa una recrudescenza nei controlli sull’attività della società dei rifiuti ad Alassio che, in certe occasioni, venivano effettuati anche da Pizzimbone che si presentava alla guida di un’auto di lusso, una Lamborghini
Gli inquirenti (le indagini sono state coordinate dai sostituti procuratori Chiara Venturi e Massimiliano Bolla insieme al vice questore aggiunto di Savona Rosalba Garello ed al vice questore di Genova Alessandro Carmeli) hanno accertato che è scattata una richiesta di denaro verso i soci della società consortile Alassio Ambiente da parte di Pizzimbone (di qui l’accusa di estorsione aggravata) alla quale è seguito il pagamento di 16 mila euro ripreso dagli stessi investigatori durante le indagini.
Nella giornata di ieri, inoltre, dopo le dimissioni da coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Pizzimbone è stato anche sospeso dalla carica di vicepresidente del Movimento Politica per Passione.
L’inchiesta era venuta alla luce lo scorso 28 novembre 2018 quando c’era stato un blitz da parte dei poliziotti della squadra mobile di Savona in Comune ad Alassio.
Nell’occasione, gli agenti hanno visionato e sequestrato diversi documenti legati proprio al settore dei rifiuti (l’indagine infatti vede coinvolto anche l’assessore alassino all’Ambiente, Rocco Invernizzi al quale però, almeno per il momento, sono stati contestati solo reati contro la pubblica amministrazione, per la precisione un tentato abuso d’ufficio in concorso con Pizzimbone).