Non demordono

Enpa insiste: “No ai fuochi artificiali rumorosi, Savona faccia come Albissola Marina”

La Protezione Animali plaude all'assessore albissolese Luigi Silvestro, che proporrà in consiglio il divieto di fuochi artificiali tranne che a Capodanno

fuochi artificiali luminosi senza rumore
Foto d'archivio

Savona. Plauso della Protezione Animali all’assessore albissolese Luigi Silvestro, che proporrà al consiglio comunale il divieto di fuochi artificiali, ad eccezione di Capodanno in cui però saranno ammessi quelli con soluzioni non rumorose. Intanto l’Enpa, il Comitato aree canine e circa 500 cittadini savonesi attendono la risposta del sindaco di Savona Ilaria Caprioglio e dell’assessore Maurizio Scaramuzza all’analoga proposta sottoscritta in una petizione consegnata al Comune il 15 novembre scorso.

“Savona è una città dove vivono moltissimi anziani, spesso soli – spiegano dall’Enpa – tante famiglie con cani (7.900 iscrizioni all’anagrafe canina dell’Asl2) e gatti (oltre 9.000), molte altre persone con gravi problemi di salute e dove si trovano un grande ospedale e una decina di strutture di ricovero di persone malate, anziane o disabili (residenze protette e residenze sanitarie assistite). E e tanti animali selvatici. Si tratta di cittadini ed animali che mal sopportano i decibel creati dai fuochi artificiali”.

“Per venire incontro ai desideri di tutti, sia di chi non li sopporta che di chi li apprezza – proseguono gli animalisti – molti comuni, tra cui recentemente Torino, hanno sfruttato la moderna tecnologia e scelto sistemi all’avanguardia, quali fontane o droni luminosi che illuminano silenziosamente il cielo, destando meraviglia pari o superiore ai rumorosi fuochi tradizionali”.

Enpa Savona ricorda che “ad ogni manifestazione si verificano fughe di cani e gatti terrorizzati e che spesso non vengono più ritrovati o muoiono investiti dalle auto; senza contare i volatili che ormai vivono in città e che solo in parte si stanno abituando (colombi, tortore, passeri, merli, storni, cornacchie, gabbiani, taccole, rapaci), alcuni dei quali vengono trovati morti o sono soccorsi dai volontari dell’Enpa il giorno dopo, per ferite, spavento o fatica nell’estemporanea fuga dai posatoi”.

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