Opposizione

Comitato Territoriale di Albenga: “No allo spostamento a monte della ferrovia, progetto dannoso”

Dopo gli ordini del giorno approvati in diversi Comuni e le prese di posizioni sul progetto torna a farsi sentire la voce del Comitato

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Ponente. Sul progetto del raddoppio ferroviario della tratta Andora-Finale e lo spostamento della ferrovia torna a farsi sentire la voce del Comitato per la salvaguardia del territorio. Il Comitato è nato negli anni novanta come coordinamento dei vari comitati spontanei sorti contro il progetto del raddoppio e spostamento a monte della linea ferroviaria.

“Dagli anni novanta, nonostante la forte opposizione della popolazione e dei settori produttivi, soprattutto quello agricolo, e dei movimenti ambientalisti, l’iter autorizzativo ha raggiunto l’obbiettivo con l’approvazione del progetto definitivo. Nonostante sia stata dichiarata dal Governo Berlusconi, Infrastruttura strategica dalla Legge Obbiettivo n.443/01, l’opera non è stata finanziata anche a causa dell’elevato costo di realizzazione (oltre 1,5 mld di euro). Il progetto prevede la soppressione di alcune importanti stazioni, con il decentramento di quelle superstite, a discapito del servizio agli utenti. Nella tratta tra Andora-Ventimiglia, dove da alcuni anni è entrata in funzione la nuova linea a monte si è registrato una notevole diminuzione di utenti” sottolinea il presidente del Comitato Franco Stalla.

“Un percorso che, a causa di una progettazione alquanto discutibile (vedi le seguenti altimetrie del percorso: Finale LIgure metri 7,75 slm, Borgio Verezzi metri 32,00 slm, Loano sotto il torrente Nimbalto, Albenga metri 30,50 slm, Alassio metri – 2,55 sotto il livello del mare, Andora metri 15,81 slm tutto in 30 km circa) non riduce il tempo di percorrenza e non prevede ne il trasporto merci con l’intermodalità ne l’alta velocità”.

“Il territorio interessato dall’intervento infrastrutturale costituisce un unicum geo-morfologico ed idro-geologico caratteristico e caratterizzante che sarà inesorabilmente stravolto e deturpato. Dubbi e perplessità non hanno solo colpito i cittadini rappresentati dal Comitato, ma anche il Ministero dei Trasporti che, nel lontano 2006, redige una serie di prescrizioni di ottantasette pagine pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 58 del 10 marzo”.

“Analizzando il documento si evidenzia che l’impronta dell’opera sulle città e paesi della riviera è tale da dedicare un’analisi specifica per ognuna di esse. Eccone alcune citazioni: tra Finale Ligure e Borgio Verezzi le vibrazioni per la realizzazione delle gallerie nelle zone carsiche potrebbero danneggiare le numerose grotte esistenti e il sito archeologico storico paleontologico delle Arene Candide. A Loano il passaggio sotto il Nimbalto è problematico per le falde e per la sicurezza, trovandosi in zona sismica. A Borghetto S.S. è prevista la cementificazione di un lungo tratto del Varatella. A Ceriale sarà interessato dall’opera il rio Torsero area S.I.C. Nella piana di Albenga il terrapieno impedirà dall’autostrada per un lungo tratto la vista del mare, il sovrapasso di Salea e del casello di Leca saranno un forte impatto visivo. E’ a rischio per possibili cedimenti il borgo antico di Bastia a causa dello sbancamento per la realizzazione della galleria artificiale a filo delle ultime case per la realizzazione della stazione. Nell’abitato di Alassio è problematico il passaggio della galleria per l’attraversamento di diversi rii e la quota della stazione che scende sotto il livello del mare a – 2,55 metri. Ad Andora la galleria passa in prossimità del Castello e della Porta Torre Chiesa dei SS. Giacomo e Filippo, preesistente documentate di villaggio medievale, possibili dissesti”.

“Il Comitato Territoriale, fin dagli anni novanta, propose il raddoppio in sede dei binari, soluzione già adottata dal primo progetto redatto dalle Ferrovie dello Stato, dove più di un terzo della tratta era ed è già a doppio binario. Tornando ai giorni nostri, sono apparsi sui mass media numerosi appelli, da parte dei politici della zona, a favore del raddoppio e spostamento a monte della linea ferroviaria. Oggi come ieri, esprimiamo il nostro disappunto per un opera che non offre un servizio sufficiente agli utenti, che altera un equilibrio ambientale già precario e che incide negativamente sull’economia del territorio”.

“Per queste buone ragioni, chiediamo che venga riesaminato il vecchio progetto delle Ferrovie dello Stato, che prevedeva il raddoppio in sede e la realizzazione dei sottopassi viari dove necessari” conclude il presidente.

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