Lettera al direttore

Lettera

TPL ed il rinnovo del parco bus: elettrico conviene?

Paolo Forzano

TPL Savona si appresta ad acquistare alcuni bus “tradizionali” ovvero con motore a combustione interna. Non motori ibridi, né tantomeno a motore elettrico.
Già la scelta del motore ibrido sarebbe conveniente, ed ancor più l’elettrico?

Qualche osservazione.

In occasione dell’Automotive Dealer Day di Verona di quest’anno, l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentati Autoveicoli Esteri) ha presentato i dati di uno studio sulla mobilità in Italia e in Europa.

Lo studio è stato svolto in collaborazione con il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e il Censis, noto istituto di ricerca italiano.

Temi rilevanti l’ inquinamento, l’ obsolescenza dei veicoli circolanti, la crescita della sharing mobility e delle auto a zero emissioni.

L’età della “popolazione mobile”.

In Italia, sostiene l’Unrae, preoccupano i dati sul trasporto pubblico locale (Tpl).
Nel nostro paese, i mezzi pubblici sono decisamente peggiori di quelli europei.

Nell’elaborazione del giudizio pesano l’età del parco mezzi e l’incapacità di soddisfare la domanda di trasporto pubblico, specialmente nelle zone periferiche delle grandi città.

L’età media degli bus italiani è tra le alte in Europa:

– 11,4 anni contro
– 6,9 della Germania,
– 7,6 del Regno Unito e
– 7,8 della Francia,
– 6,7 dell’Austria
per una media europea che si attesta intorno ai 7 anni.

Numeri da non sottovalutare in quanto l’obsolescenza delle flotte di mezzi pubblici e l’offerta insufficiente costituiscono le prime cause del ricorso ai mezzi privati.

Sempre più Italiani si dicono costretti a spostarsi con le proprie auto, ma anche queste sono tra le più vecchie in Europa.

A oggi, un’auto circolante sulle nostre strade ha mediamente 11 anni di vita, troppi se si considera il loro tasso di inquinamento oltre che per la sicurezza.

Nel 2014 secondo un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati Aci, l’età media dei bus era:

Campania età media di 15 anni e 8 mesi
Sicilia (14 anni)
Calabria (13 anni e 9 mesi)
Basilicata (13 anni e 6 mesi)
Marche (13 anni)
Valle d’Aosta (6 anni e 2 mesi)
Friuli Venezia Giulia (8 anni e 8 mesi)
Trentino Alto Adige (8 anni e 11 mesi)

SICUREZZA, CONSUMI, AMBIENTE, MANUTENZIONE

Il fatto che siano in uso veicoli molto vecchi pone serie problematiche per quanto riguarda la sicurezza della circolazione e l’impatto ambientale.

La tecnologia negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e gli autobus di ultima generazione sono profondamente diversi da quelli di dieci anni fa: l’utilizzo di autobus più recenti porterebbe grandi vantaggi alle società di trasporto, dal momento che l’efficienza di questi mezzi è stata notevolmente migliorata, e quindi i consumi di carburante e le emissioni di sostanze nocive sono diminuite sensibilmente.

E’ lecito farsi una domanda: la richiesta di innovazione per aumentare l’efficienza esiste veramente da parte delle aziende di trasporto pubblico locale, e dalle comunità locali?

In un periodo caratterizzato da una forte crisi economica e da una limitatissima possibilità di spesa da parte degli enti locali, le possibilità di accelerare il ricambio dei mezzi più vecchi ancora in circolazione sembrerebbero veramente ridotte.

C’è qualche possibilità per Savona?

TPL Savona ha in parco 222 mezzi con un’età media di 11,60 anni, allineata con la media Italiana, ma ben lungi dalla media europea di 7 anni e ben lungi dalla Valle d’Aosta (6 anni e 2 mesi).

Avere un’età media di 11,6 anni significa che c’è qualche mezzo con 1 o 2 anni di vita ma anche mezzi con 25 anni di vita.

Per portare la media da 11,60 a 7 anni occorrerebbe sostituire 88 bus.

C’è anche da mettere in luce che mezzi differenti per azienda produttrice od appartenenti a generazioni diverse, perché acquistati nel tempo, dal punto di vista manutenzione creano problemi: non c’è intercambiabilità di componentistica, e quindi c’è un aggravio di costi rispetto ad una “omogeneità” del parco mezzi.

Ad esempio: Londra che fa?

Svolta green a Londra: i bus a due piani diventano elettrici: arriveranno nell’estate 2019 e saranno 68 i nuovi modelli che circoleranno per le strade della capitale inglese: l’obiettivo è quello di rendere elettrici tutti i “double decker” presenti entro il 2020 per puntare poi, entro il 2037, all’elettrificazione dell’intera flotta per ridurre in maniera drastica l’inquinamento in città.

37 saranno realizzati dalla scozzese Alexander Dennis Limited insieme con la cinese Byd, gli altri 31 dalla società britannica Optare: lunghi 10,9 metri e dotati di scala di vetro per collegare i due piani, utilizzeranno batterie ricaricabili al litio-ferro-fosfato che garantiranno il funzionamento dei mezzi per l’intera giornata con una singola ricarica.

I nuovi bus si aggiungono a quelli già presenti e serviranno a rendere possibile l’elettrificazione dell’intera flotta dei double decker entro il 2020 con l’obiettivo, entro il 2037, di passare totalmente all’elettrico coinvolgendo dunque anche gli autobus tradizionali.

Un percorso, quello intrapreso dalla capitale britannica e dal sindaco Sadiq Khan, che punta all’eliminazione dei motori tradizionali per puntare con decisione sull’energia green.

TPL Savona che potrebbe fare?

Ebbene la tecnologia dell’autobus elettrico è ormai consolidata: a Londra sono già in funzione su un numero di bus, ed il parco è in via di ampliamento, di più, sostituzione totale dei bus a motore termico col motore elettrico. Savona potrebbe intraprendere la strada dell’elettrico per i nuovi bus, invece che continuare con i motori termici.

Vantaggi: silenziosità, inquinamento ridotto, manutenzione quasi nulla, il motore elettrico è quasi esente da manutenzione. A Savona si potrebbero sicuramente utilizzare bus elettrici almeno sulle linee “più urbane” con i vantaggi descritti.

Comitato Casello Albamare
il Presidente
Paolo Forzano

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