Regione. Con 24 voti a favore (Maggioranza di centro destra, Pd, Rete a sinistra&liberaMENTE Liguria e Liguri con Paita) e 5 astenuti (Mov5Stelle) il consiglio regionale ha approvato il disegno di legge 211 riguaradante le “Disposizioni per la rigenerazione urbana e il recupero del territorio agricolo”.
Il provvedimento si pone l’obbiettivo di rigenerare il patrimonio edilizio soddisfacendo la domanda di rinnovamento strutturale, tecnologico-energetico e architettonico del patrimonio edilizio esistente. Attualmente in Liguria, infatti, non è presente una normativa specifica che favorisca ed incentivi questa attività di pianificazione urbanistica e gli interventi necessari. Lo stesso provvedimento affronta anche il problema legato al calo delle aree agricole e alla crescita delle aree boscate. In particolare il disegno di legge affida ai Comuni il compito di individuare gli ambiti che richiedono interventi di rigenerazione urbana, in quanto caratterizzati dalla presenza di degrado, e interventi di recupero del territorio agricolo, in quanto caratterizzati dalla presenza di terre agricole abbandonate e di agglomerati edilizi e borghi in contesti agricoli abbandonati o degradati, e di approvare i progetti ammessi. Il provvedimento affida ai Comuni anche il compito di stabilire le regole per consentire all’iniziativa pubblica o privata la proposta e la realizzazione degli interventi e di approvare i progetti.
Il disegno di legge mette a disposizione dei Comuni modalità di intervento più efficaci, semplici e rapide rispetto a quelle ordinarie, senza far venire meno le necessarie garanzie di pubblicità e trasparenza e il rispetto della disciplina del Ptcp ed in generale della vigente pianificazione territoriale regionale. Il provvedimento stanzia risorse, pari a 700 mila euro, a favore di progettazioni e interventi di rigenerazione urbana. Il consiglio regionale entro il luglio prossimo valuterà l’attuazione della legge e i risultati conseguiti.
“Sono soddisfatto della votazione con voto pressoché unanime dell’aula con la sola astensione dei consiglieri del M5S, a dimostrazione del buon lavoro fatto in sede di commissione con le categorie e gli Enti locali – ha detto al termine della votazione l’assessore regionale all’urbanistica Marco Scajola – Questa norma si inserisce in un percorso di semplificazione che stiamo portando avanti da tre anni e consentirà ai Comuni, specie quelli medio-piccoli, di agire puntualmente sulle aree dove maggiore è il degrado e l’abbandono. La legge è stata preceduta da un’ampia consultazione con le categorie, i professionisti e gli Enti locali: il confronto è servito a raccogliere indicazioni e proposte per dare vita ad un provvedimento che nasce dal basso, dalle esigenze di chi il territorio lo vive, dagli amministratori ai pianificatori, dalle categorie della produzione alle associazioni di cittadini”.
“Oltre alle semplificazioni previste dalla norma – continua Scajola – abbiamo voluto dotare la legge di un fondo per dare maggiore slancio ad un’azione che consideriamo fondamentale per riqualificare un territorio bellissimo ma spesso difficile.”
I numeri raccontano una realtà particolarmente difficile in Liguria: oltre il 40 per cento delle circa 450 mila abitazioni presenti in regione risalgono al periodo tra il 1946 ed il 1971. Un’edilizia di scarsa qualità che rappresenta una quota significativa delle aree periferiche delle città e dei paesi con carenze che riguardano l’accessibilità, la qualità degli edifici, creando problemi di sicurezza sia ambientali sia di degrado sociale. Nel frattempo la superficie occupata dal bosco è cresciuta ad un ritmo elevatissimo, passando dal 54 per cento della superficie regionale nel 1986 al 75 per cento nel 2012.
Approvati tutto gli emendamenti presentati dal Partito Democratico e della giunta.
“Un’apertura da parte della maggioranza – spiega il consigliere regionale del Pd, vicepresidente della commissione ambiente e relatore di minoranza Luca Garibaldi – che ci ha consentito di migliorare il provvedimento presentato dal centrodestra, soprattutto sul fronte della rigenerazione come strategia per ridurre il consumo di nuovo suolo. Uno dei punti cardine è riconoscere alcuni incentivi solo a chi si impegna a de-impermeabilizzare di almeno il 20 per cento il lotto che intende rigenerare: che, in poche parole, significa più sconti a chi elimina il cemento. I nostri emendamenti hanno rafforzato l’intenzione insita nella legge, fornendo un contributo su altri temi importanti come avviare percorsi di partecipazione e connettere la rigenerazione con le altre politiche pubbliche e urbanistica in un’ottica integrata. Inoltre siamo riusciti a inserire le norme sulla banca della terra e sull’agricoltura sociale”.
“Sappiamo che bisognerà misurare le capacità di progettare degli ambiti urbani con un mix di misure non solo urbanistiche per migliorare il contesto in cui vengono inseriti i servizi, ma siamo dell’avviso che, in questo modo, sarà più facile raggiungere l’obiettivo di questa legge: fornire uno strumento semplice per recuperare le aree abbandonate e degradate della regione, puntando sulla qualità dei progetti. Crediamo che con queste modifiche siano stati aggiunti elementi importanti al testo originario. Speriamo che il via libera a questo Ddl sia il primo passo per una legge quadro sul consumo del suolo nelle nostra regione”.
Il capogruppo del Pd ligure Giovanni Lunardon giudica positivo “l’inserimento, nella legge, di risorse per finanziarie i progetti degli ambiti urbani di rigenerazione. Ci batteremo perché nella legge di bilancio del 2019 una quota fissa del fondo strategico venga destinata annualmente a sostenere e finanziare la realizzazione di tali progetti”.
Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria-Salvini) ha illustrato la relazione di maggioranza, Marco De Ferrari (Mov5Stelle) e Luca Garibaldi (Pd) hanno illustrato le rispettive relazioni di minoranza.
“Si tratta di una norma proposta dall’assessore Marco Scajola – ha spiegato il presidente De Paoli – che interviene in funzione di finalità particolarmente importanti volte a invertire la tendenza dell’abbandono delle aree agricole (foriera di vari fattori di depauperamento del territorio) e alla rigenerazione del degrado urbanistico ed edilizio di ambiti urbani. Con particolare riferimento alla prima finalità, occorre sottolineare la rilevanza delle dimensioni che ha assunto in Liguria il fenomeno dell’abbandono delle zone rurali e delle conseguenze negative, oltre che sotto il profilo socio-economico, in termini di flessione dell’attività agricola e di assetto, manutenzione, fragilità di un territorio peraltro oggetto di un avanzamento delle cosiddette ‘aree boscate’. In particolare, il provvedimento regionale si pone l’obiettivo di orientare la pianificazione comunale alla rigenerazione del patrimonio edilizio esistente, spesso vetusto, attraverso il suo rinnovamento strutturale, tecnologico-energetico, funzionale e architettonico”.
“A tal fine, si pone in capo ai Comuni la funzione di individuare gli ambiti da riqualificare e le regole da seguire e all’iniziativa pubblica o privata il compito di proporre e realizzare gli interventi. Inoltre, sono state previste anche misure di incentivazione degli interventi, che generalmente consistono in forme di ‘premialità volumetrica aggiuntiva’ e nella riduzione degli oneri economici di realizzazione, nonché nella possibilità di accesso a misure di incentivazione e di finanziamento pubblico”.
Nel dibattito e nelle votazioni dei singoli articoli sono intervenuti Andrea Melis e Gabriele Pisani del Mov5Stelle, Claudio Muzio (FI), Giovanni Lunardon (Pd, Andrea Costa (Liguria Popolare-Noi con l’Italia), Giovanni Boitano (Liguri con Paita), Gianni Pastorino e Francesco Battistini di Rete a Sinistra&liberaMENTE Liguria. L’assessore all’urbanistica Marco Scajola è intervenuto alla fine del dibattito annunciando parere favorevole agli emendamenti presentati dal Pd. E’ intervenuto anche l’assessore all’agricoltura Stefano Mai.