Udienza preliminare

Maxi inchiesta su tangenti e favori in Prefettura: 17 rinvii a giudizio e 3 patteggiamenti

A processo finiranno l'ex vice prefetto Santonastaso e il funzionario Della Vecchia, ma anche l'ispettore di polizia Tesio: prosciolto il sindaco di Magliolo

prefettura savona

Savona. Diciasette persone rinviate a giudizio, tra cui il vice prefetto Andrea Santonastaso e il dirigente della Prefettura Carlo Della Vecchia, ma anche l’ispettore di polizia Roberto Tesio, tre proscioglimenti e tre patteggiamenti. E’ l’esito dell’udienza preliminare relativa alla maxi inchiesta per corruzione condotta dalla squadra mobile di Savona che ad inizio 2017 era sfociata anche in alcuni arresti .

L’indagine della Procura, coordinata dal pm Chiara Venturi, aveva scoperto un presunto sistema di “favori” in cambio di vantaggi economici nel quale erano coinvolte 27 persone (alcune avevano già patteggiato, mentre alcuni stranieri sono stati stralciati dal procedimento perché risultati irreperibili) alle quali – a vario titolo – venivano contestate, oltre alla corruzione, le ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, rivelazione di segreti d’ufficio, peculato, esercizio abusivo della professione medica, favoreggiamento della prostituzione.

Questa mattina, appunto, per diciannove degli imputati è arrivato il rinvio a giudizio, mentre per tre di loro, Enrico Lanfranco, sindaco di Magliolo e dirigente di alcune cooperative (difeso dall’avvocato Giambattista Petrella), Stelvio Michero, titolare di una ditta specializzata in manutenzioni elettriche (avvocato Antonio Falchero), e Roberto Terlizzi, medico (avvocato Matteo Reforzo), sono stati prosciolti “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di essere “corruttori” e di aver quindi procurato utilità (come l’assunzione di parenti in alcune aziende, visite mediche gratuite o soldi) ai funzionari prefettizi o dall’ispettore Tesio in cambio di favori o agevolazioni (come la velocizzazione di alcune pratica, la cancellazione di multe e la riduzione di sanzioni per guida in stato di ebbrezza). Proprio per i capi relativi agli episodi che riguardavano Lanfranco (due), Michero (uno) e Terlizzi (uno) anche nei confronti di Santonastaso (avvocato Fausto Mazzitelli e Luigi Levati), Tesio (avvocato Aldo Mirate) e Della Vecchia è stata pronunciata una sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Infine per l’ex vice prefetto è caduta anche una contestazione di peculato (“perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”).

Hanno patteggiato invece Lucia Piscopo (che si sarebbe prestata a celebrare un matrimonio fasullo per regolarizzare la posizione di un cittadino straniero irregolare in Italia), Massimo Cannata (figlio della sposa “finta”, che avrebbe partecipato all’organizzazione della cerimonia) e Maurizio Liana (accusato di esercizio abusivo della professione medica in relazione ad un intervento di liposuzione). I primi due cinque mesi e 14 giorni di reclusione con la sospensione condizionale della pena, il secondo 15 giorni di reclusione convertiti in 3750 euro di multa.

Santonastaso, che al processo (l’inizio è fissato ad aprile 2019) dovrà rispondere di altri episodi di corruzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, si è sempre difeso spiegando di non aver mai intascato soldi, ma di essersi limitato a fare dei favori ad alcuni conoscenti. Il funzionario aveva spiegato agli inquirenti che si trattava appunto di favori che faceva a diverse persone, ma senza avere nessun “ritorno” o comunque guadagno e soprattutto senza sapere che qualcuno ricevesse utilità.

In sostanza il viceprefetto ha sempre negato di essere a conoscenza del fatto che in cambio del buon esito di una pratica qualcuno potesse ricevere “regali” o soldi. E’ accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché avrebbe dato precisi consigli ed indicazioni ad un cittadino straniero che doveva essere espulso su come sottrarsi ai controlli di polizia e continuare a lavorare in nero, ma anche di sei episodi di corruzione.

Insieme a lui, erano finiti nei guai appunto un secondo funzionario della Prefettura, Carlo Della Vecchia e il poliziotto Roberto Tesio. Secondo la tesi degli inquirenti, i pubblici ufficiali abusavano infatti delle loro funzioni per per ottenere vantaggi economici in cambio di alcuni “favori”.

Oltre a loro, sul banco degli imputati finiranno anche tutte le persone ritenute “corruttori” perché avrebbero beneficiato dei favori concessi dai pubblici ufficiali in cambio di “regali”. Tra di loro ci sono sia stranieri che commercianti e liberi professionisti.

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