Versioni contrastanti

Accusato di aver insultato il consiglio comunale di Savona: prosegue il processo a Eric Festa

L'episodio che ha messo nei guai l'esponente pentastellato risale al marzo del 2016: quel giorno la seduta venne sospesa per assenza del numero legale di consiglieri

Savona. Seconda udienza questa mattina del processo che vede a giudizio Eric Festa, esponente del Movimento 5 Stelle di Savona, con le accuse di oltraggio ad un corpo politico e amministrativo.

Il processo riguarda un episodio avvenuto a Palazzo Sisto il 10 marzo del 2016: quel giorno Festa stava seguendo dal pubblico il consiglio comunale durante il quale si sarebbe dovuto affrontare l’argomento Tari. A causa dell’assenza del numero legale di consiglieri, però, la votazione sulla pratica era saltata perché la seduta del parlamentino savonese era stata sospesa. Una decisione che non era stata accolta positivamente dall’esponente pentastellato che, secondo la ricostruzione dell’accusa, aveva reagito insultando i membri del consiglio comunale dandogli dei “cogl…i”.

Un epiteto che sarebbe stato sentito da alcuni consiglieri di maggioranza ed aveva creato un certo scompiglio in aula tanto che erano intervenuti anche gli agenti della polizia municipale di presidio a palazzo Sisto durante le riunioni del parlamentino. Proprio alla luce della relazione sull’episodio depositata dai vigili, in Procura era stato aperto un fascicolo a carico di Eric Festa che poi era sfociato in un decreto penale di condanna al pagamento di una multa da mille euro. Provvedimento al quale, con l’assistenza dell’avvocato Roberto Suffia, l’esponente del Movimento 5 Stelle si è opposto sostenendo anche che gli accertamenti effettuati dalla polizia muncipale fossero basati soltanto sulle dichiarazioni degli esponenti dell’allora maggioranza.

Il caso è quindi finito davanti al giudice Francesco Giannone dove questa mattina sono stati ascoltati tre testimoni della difesa, gli esponenti del Movimento 5 Stelle savonese Manuel Meles, Milena De Benedetti e Andreino Delfino che quel giorno erano presenti, il primo nel pubblico e gli altri due seduti sui banchi dei consiglieri comunali. Tutti e tre hanno spiegato come si sono svolti i fatti ribadendo che Festa, seppur in maniera “colorita”, ha espresso il suo disappunto per l’ennesima sospensione del consiglio comunale per mancanza del numero legale che avrebbe causato, oltre che la mancata votazione sulla Tari, anche quella su alcune mozioni ritenute importanti per i 5 Stelle.

Secondo la difesa, Festa non avrebbe pronunciato un insulto verso i componenti del consiglio comunale. Insomma, l’esponente dei grillini avrebbe esclamato “che due cogl…i” per esprimere la delusione per la sospensione. La parola incriminata sarebbe quindi stata effettivamente pronunciata, ma in un contesto diverso rispetto all’ipotesi dell’accusa.

Si preannuncia quindi battaglia tra le parti sui contenuti della frase detta da Festa, ma la discussione probabilmente si sposterà anche sul piano strettamente giuridico: se il consiglio comunale era sciolto, allora sussistono i presupposti per contestare il reato di oltraggio al corpo politico? La prossima udienza è stata fissata per febbraio per l’audizione dell’allora presidente del consiglio comunale.

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