Vado Ligure. “Appare pienamente fondata la conclusione del pm secondo cui è emersa la sostanziale impossibilità di procedere per il delitto contestato”.
Sono queste le parole con cui il gip Francesco Meloni ha scritto la parola fine ad una delle inchieste che più hanno fatto discutere negli ultimi anni: quella per omicidio colposo relativa alla centrale Tirreno Power di Vado Ligure.
Oggi l’indagine è ufficialmente archiviata perché, come era presumibile, il gip ha accolto la richiesta del pm Vincenzo Carusi che qualche mese fa aveva chiesto che cadesse l’accusa di omicidio colposo contestata a 42 persone tra cui l’ex sindaco di Vado, Carlo Giacobbe, il collega di Quiliano Nicola Isetta, in carica tra il 2000 e il 2007, periodo preso in esame dall’inchiesta avviata dall’ex procuratore della Repubblica Francantonio Granero e proseguita da Sandro Ausiello, ma anche per l’ex dirigente della Regione Liguria, Gabriella Minervini e quello provinciale Vincenzo Gareri, oltre che per i vertici aziendali Emilio Macci, Stefano La Malfa, Pasquale D’Elia, Giovanni Gosio, Massimo Orlandi, Mario Molinari, Andrea Mezzogori, Francesco Dini, Antonio Fioretti, Jacques Hugè, Denis Lohest, Adolfo Spaziani, Andrea Mangoni, Sergio Corso, Pietro Musolesi, Domenico Carra, Marco Ferrando, Guido Guelfi e Claudio Ravetta.
Dopo anni di indagini, consulenze e supplementi d’indagine, quindi, l’inchiesta nata per chiarire se ci fosse un rapporto diretto tra le emissioni della centrale e l’aumento della mortalità legato ad alcune patologie specifiche nell’aria di ricaduta dell’attività produttiva di Tirreno Power si è chiusa senza individuare nessuna responsabilità penale.