Nuove soluzioni

Regione, approvato il piano Gap per combattere il gioco d’azzardo patologico 

Vaccarezza: “Saranno incrementate le attività di informazione e prevenzione nonché l'offerta di cura per i soggetti ludopatici”

gioco d'azzardo

Regione. È stato approvato dalla giunta il piano regionale Gap (Gioco d’Azzardo Patologico) 2017 – 2018 per la prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo, redatto dai competenti uffici di Alisa in ottemperanza a quanto previsto dal Decreto del Ministero della Salute del 6 ottobre 2016, già valutato positivamente dal Ministero stesso secondo quanto comunicato con nota della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del 4 maggio 2018.

Il Piano avrà un durata di ventiquattro mesi. Al fine di garantire l’esercizio delle attività previste dal decreto del 6 ottobre 2016 sono state trasferite dal Dipartimento Salute e Servizi Sociali ad Alisa risorse economiche pari a 1.366.457 euro, provenienti dal Fondo per il gioco d’azzardo patologico istituito dalla Legge di stabilità 2016 presso il Ministero della Salute.

Il gioco d’azzardo patologico è un fenomeno relativamente recente, ma ha ormai raggiunto caratteristiche di emergenza: la stima dei giocatori d’azzardo problematici varia dall’1.3 per cento al 3.8 per cento della popolazione generale e si ritiene che i giocatori d’azzardo patologici siano intorno all’1.6 per cento.

Le fasce di popolazione maggiormente interessate sono quelle più deboli, vale a dire i giovani e gli anziani: ad oggi sono circa 400 i soggetti presi in carico, ma purtroppo il fenomeno è sottostimato ed è destinato ad aumentare.

“Grazie al nuovo Piano regionale, – ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Ancgelo Vaccarezza, – saranno incrementate le attività di informazione e di prevenzione rivolte alla cittadinanza in generale, nonché l’offerta di cura e presa in carico dei soggetti ludopatici, al fine di combattere e limitare quanto più possibile quella che è una vera e propria dipendenza che può recare conseguenze molto negative a chi ne soffre”.

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